PALERMO – Il ‘metodo Crocettà in Sicilia mette d’accordo Pdl e 5stelle. E all’Assemblea regionale va di scena il gattopardismo, con una manovra finanziaria che, è vero, taglia molto a cominciare dalle auto blu, introduce il canone per le cave allineando la Regione al resto d’Italia (emendamenti targati M5S), ma che salva contemporaneamente 30 mila precari (di enti locali e Regione) e 1.600 dirigenti regionali, che perdono il 20% del salario accessorio (8,2 mln di risparmio) e mantengono comunque alcuni privilegi, che il governo voleva abolire ma l’aula, in modo trasversale, ha stralciato dalla legge di stabilità. A poche ore dalla scadenza dell’esercizio provvisorio (alla mezzanotte di oggi), il Parlamento si apprestava a varare una manovra che al di là dei contenuti conferma, dal punto di vista politico, il ‘metodo Crocettà, quello dei voti cercati in aula, provvedimento per provvedimento, in una perenne sintesi e in un clima di collaborazione tra i gruppi parlamentari. Il ruolo di superstar spetta senza dubbio al governatore. È lui che in aula, in piena notte, si scaglia contro Pd e Udc, la sua maggioranza, rimproverandola di avere “traditò i patti per avere inserito nella finanziaria norme ‘pro-deputatò costruite per appagare i bacini elettorali degli onorevoli: come nel caso dei 700 mila euro elargiti al Corpo dei vigili urbani di Messina, soldi che consentono l’assunzione di 32 caschi bianchi al comune, che si trova in pieno dissesto finanziario e con le elezioni comunali alle porte (si vota il 9 e 10 giugno).
È sempre Crocetta che, mentre l’aula vota gli emendamenti dei 5stelle e del Pdl in un contesto da ‘governissimò, tira fuori dal cilindro la norma che salva 3 mila precari, cosiddetti ex Pip: gli stessi precari che per due giorni hanno assediato il Palazzo chiuso a turisti e presidiato dalla polizia in tenuta antisommossa, con un carabiniere costretto, tre giorni fa, a sparare colpi in aria per calmare la folla inferocita. Una norma, quella di Crocetta, votata all’unanimità dall’Assemblea, mentre in diretta i precari trasformavano la protesta in festa, inneggiando cori a favore di Crocetta per avere ottenuto un sussidio di 833 euro al mese (più assegni familiari) fino al 31 dicembre di quest’anno, poi si vedrà. Nel tripudio “populista” c’è spazio per l’ovazione di quei deputati vicini a questo pezzo di mondo precario, fatto soprattutto da ex detenuti: in piazza si urlano i nomi di Fabrizio Ferrandelli (Pd), Totò Lentini (Udc), Vincenzo Figuccia (Pds-Mpa), Edy Tamajo (Drs). Alcuni di loro lasciano l’aula per raccogliere direttamente in strada gli abbracci dei manifestanti. Gli spari in aria sono ormai acqua passata, oggi è “festa”.
di Alfredo Pecoraro (Ansa)