Il governatore Rosario Crocetta è sempre più isolato. Tra un mese la Finanziaria deve essere approvata all’Ars, ma, al momento, c’è una proposta di legge completa a metà (ci sono i tagli, non c’è il bilancio), l’assessore Baccei a Roma non riesce a trovare gli aiuti sperati per evitare il buco di tre miliardi di euro che farebbe della Sicilia una specie di Grecia italiana. E, notizia dell’ultim’ora, adesso si apprende che anche degli articoli presentati all’Ars, una ventina verranno considerati irricevibili dall’assemblea di Sala d’Ercole. La Finanziaria attualmente consta di una settantina d’articoli. Di questi almeno venti verranno cassati. Tra l’altro nella Finanziaria non c’è neanche la firma di Baccei, perchè non ha condiviso alcune scelte. Anche la norma sui compendi agli amministratori locali potrebbe essere stralciata ed inserita nella legge sull’istituzione dei Liberi consorzi di comuni e delle Città metropolitane.
Crocetta non sta con le mani in mano. Ha il sospetto, come anticipato dal Mattino di Sicilia, che in realtà da Roma si prepari un trappolone per farlo politicamente fuori e portare la Sicilia al voto a Ottobre. Ecco che allora ha un piano alternativo: se non arriveranno gli aiuti sperati, Crocetta darà il benservito a Baccei e riscriverà la Finanziaria con nuovi tagli, questa volta davvero lacrime e sangue, soprattutto per Pip, forestali, impiegati regionali e Comuni.
Le società partecipate non strategiche, inoltre, potrebbero «uscire» dal disegno di legge di stabilità. Per accelerarne la liquidazione, l’assessore all’Economia, Alessandro Baccei, avrebbe già pronto, un apposito decreto da trasmettere alla Corte dei conti. Baccei, ancora, è alla ricerca anche di escamotage amministrativi che potrebbero consentire di riversare nelle casse regionali alcuni prelievi fiscali trattenuti dallo Stato che ammonterebbero a circa 400 milioni di euro. Inoltre, potrebbero essere utilizzate le economie del Fondo sviluppo e coesione 2007-2013 e 2000-2006, riprogrammando i progetti sul settennio 2014-2020.
La commissione Bilancio dell’Ars si riunirà domani.
«La sola finanziaria – ha detto il presidente della commissione Bilancio, Nino Dina – in assenza del bilancio non ci consente di lavorare. Certo, c’è apprensione sui tempi, ma anche fiducia… ». Ai lavori della commissione Bilancio parteciperà anche il presidente dell’Ars, Giovanni Ardizzone, che, ieri insieme con i suoi vice, Venturino e Lupo, e i capigruppo di Palazzo dei Normanni, ha incontrato i vertici di Anci Sicilia, con il presidente Leoluca Orlando in testa.
«A tutt’oggi – ha sottolineato Ardizzone – c’è un bilancio fantasma. E io sono molto preoccupato perché non è ancora stato depositato il bilancio. Non sono, invece, affatto preoccupato delle dinamiche interne al Pd. Non so di cosa dovremo discutere nella riunione di commissione di mercoledì, visto che siamo senza bilancio».
Sull’incontro con i sindaci, Ardizzone ha aggiunto: «La nostra volontà, come Parlamento, è di risolvere i problemi. La questione delle città metropolitane va di pari passo con la finanziaria, non dimentichiamoci l’8 aprile scadono i commissari straordinari delle ex Province. In ogni caso, la riforma regionale sarà quanto più aderente alla legge Delrio». È stato isitituito un tavolo per affrontare i problemi dei comuni che non riescono a chiudere i bilanci. Proprio ieri, l’assessore alle Autonomie locali, Ettore Leotta, ha stabilito come termine ultimo il 31 maggio.
Il presidente dell’Anci, Leoluca Orlando attacca: «Poniamo con forza un termine preciso: abbiamo elaborato proposte concrete (indennità degli amministratori comunali allineate a quelli nazionali e ulteriore audizione quando sarà presentato il bilancio). Chiediamo una risposta entro il 21 aprile quando a Caltanissetta faremo capire che noi non siamo il partito dei sindaci ma rappresentiamo il bisogno dei siciliani che subiscono le conseguenze non solo dei tagli, ma il disinteresse su molti temi»
Per il capogruppo di Forza Italia, Marco Falcone, «è una situazione a dir poco disastrosa. La finanziaria a firma Crocetta deve essere strumento di crescita e non invece portatrice di caos e di nuova povertà. La manovra, priva di un bilancio, assolutamente necessario per strutturare il futuro della nostra Isola è quanto di meno chiaro possa esserci».