Continua in Commissione Bilancio all’Ars l’esame della Finanziaria, che la settimana prossima arriverà in aula. E’ stata approvata la norma del governo che prevede la sospensione del turn over, cioè di quel meccanismo che consente ai forestali di ottenere un aumento delle giornate di lavoro svolte ogni anno. Una norma che aveva alimentato tensioni in maggioranza e nello stesso governo e che dovrebbe consentire di ottenere subito un risparmio di circa 5 milioni.
In realtà gli effetti non saranno immediati: l’assessore al Lavoro, Gianluca Miccichè, ha annunciato che lunedì prossimo gli uffici del Lavoro pubblicheranno le graduatorie aggiornate che dunque conterranno gli avanzamenti di carriera dei lavoratori per il 2016. Una procedura per la quale la legge dava tempo fino al 15 marzo, ma sotto la pressione dei sindacati il governo su questo fronte ha frenato. I risparmi dunque, ammesso che il blocco venga confermato in Finanziaria, si vedranno dal prossimo anno.
La riforma è legata alla particolare situazione contrattuale dei forestali che sono divisi in quattro categorie: ci sono quelli che svolgono 78 giornate l’anno di lavoro, quelli che ne fanno 101, il gruppo che ne svolge 151 e infine un migliaio di assunti a tempo indeterminato che lavorano 310 giorni l’anno. Ogni volta che un lavoratore lascia il bacino, viene sostituito da un collega della categoria inferiore che ottiene un avanzamento, e a sua volta il suo posto viene occupato da un altro collega di livello inferiore. Alla fine resterà libero un posto tra coloro che svolgono 78 giornate che la Regione non dovrà più pagare.
Il provvedimento proposto da Baccei prevede il blocco di questo meccanismo. Per cui se ad esempio un lavoratore a tempo indeterminato va in pensione, la Regione risparmia 310 giornate e non 78, perchè il suo posto non sarà sostituito da nessuno. In base al numero di pensionamenti e di personale che lascia il bacino, in media 500 l’anno, è stato stimato un risparmio di circa 5 milioni.
Intanto, l’assessore all’Agricoltura, Antonello Cracolici, ha annunciato di essere al lavoro sulla riforma del settore ma i sindacati dei forestali Flai Cgil, Fai Cisl e Uila Uil attaccano: “Non si capisce il nesso logico tra blocco del turnover e riforma del settore forestale. Se veramente si vuole riformare il settore – spiegano i segretari dei Salvatore Tripi, Fabrizio Colonna e Nino Marino- bisogna puntare alla creazione dei boschi, alla salvaguardia dell’ambiente e alla sicurezza del territorio, alla produttività e redditività di tutto il sistema e a un percorso per professionalizzare e stabilizzare la categoria. Se la riforma sarà fatta solo di tagli, Flai, Fai e Uila procederanno alla mobilitazione dei lavoratori”. L’opposizione intanto annuncia battaglia in Aula: “Il blocco delle graduatorie – dice Marco Falcone- capogruppo di Forza Italia – non porta reali risparmi perchè il meccanismo non prevede nuove assunzioni”.
“Capisco la necessità della stampa di ‘sintetizzare e semplificare’, ma non è vero il messaggio che sta passando e che racconta un assessore ‘cattivo’ contro una categoria, mentre gli altri sono ‘buoni’ e difendono i lavoratori“. Lo dice Alessandro Baccei, assessore regionale all’Economia, a proposito dell’esame della finanziaria regionale. “La realtà più complessa e seria – aggiunge – è che c’è un governo, e segnatamente l’assessore all’Economia, che in maniera responsabile ha posto il tema della necessità di riformare il comparto dei forestali, se si vuole continuare a garantire un futuro alla categoria e soprattutto ad un rilevante ambito produttivo che deve riguardare l’utilizzo delle biomasse, la manutenzione del territorio, la prevenzione del dissesto idrogeologico e molto altro”.
“Dentro questa ottica – prosegue Baccei – d’intesa con l’assessore all’Agricoltura, in sede di governo si è concordato di procedere rapidamente ad una riforma che sposti i termini della questione dal ‘semplice svolgimento delle giornate’ alle attività realmente produttive da avviare e garantire. In questo senso è stata proposta dall’assessore al ramo, con la condivisione del sottoscritto, la norma che consente di fotografare l’effettiva consistenza del bacino ed avviare così la riforma”.
“L’assessore Baccei abbandoni l’idea del blocco del turn over. I lavoratori forestali hanno diritto al passaggio di fascia e all’impiego continuo”. Lo afferma Vincenzo Figuccia, deputato regionale di Forza Italia e vice capogruppo a Sala d’Ercole degli azzurri. “Si smetta una volta per tutte di indossare i panni dei falsi moralizzatori, – aggiunge – quando invece proprio questo governo Pd continua le più bieche politiche clientelari sulla carne viva dei forestali. Subito dopo la sessione di bilancio, impegnerò Forza Italia per una riforma generale settore forestale e per dimostrare come dal governo Crocetta non siano mai venute proposte decenti sulle garanzie contrattuali di questo personale”.
Di sicuro c’è che al momento, per i forestali, in Finanziaria sono stati previsti circa 250 milioni di euro. È questo l’unico dato certo riguardante i Forestali siciliani. Ma quanti sono i forestali in Sicilia non lo sa nessuno. Ad esempio nessuno sa che sorte sia toccata a 664 lavoratori che l’anno scorso non si sono presentati all’avviamento , né ai circa 900 che avevano disertato la convocazione l’anno prima. Il dirigente Felice Bonanno ha depositato un documento dal quale scaturisce che i Forestali (esclusi i quasi settemila addetti all’antincendio) in Sicilia sarebbero 16.837. Peccato che lo stesso assessorato, anzi lo stesso dipartimento, pochi giorni prima avesse fornito dati diversi. Sono quelli inviati alla deputata del Movimento cinque stelle Claudia La Rocca, che ha inoltrato una richiesta di accesso agli atti. La risposta in questo caos prevede la presenza in organico di quasi mille forestali in più: 17.760. Insomma, quanti sono davvero i Forestali siciliani?
DIRIGENTI. Si riducono in Finanziaria i tagli agli stipendi dei dirigenti regionali. La riforma delle pensioni e il taglio del 30% degli uffici garantiranno sostanziosi risparmi per 5,6 milioni solo nel 2016: infierire ancora sui 1.700 dirigenti riducendo di altri 5 milioni il fondo destinato a pagare una parte dei loro stipendi, sarebbe stato eccessivo.
Con questa argomentazione l’assessore regionale alla Funzione pubblica, Luisa Lantieri, è riuscita a convincere il governo sulla possibilità di ammorbidire una delle norme sul personale che avrebbe alleggerito le busta paga. Ogni dirigente, oltre a una parte fissa, percepisce anche una variabile di stipendio che in media si aggira sui 14 mila euro e cambia in base all’ufficio guidato: nel caso di posizioni apicali può arrivare a circa 24 mila euro. Il taglio previsto dal governo era di 5 milioni e avrebbe ridotto a cascata gli stipendi dei dirigenti: in commissione è stato ridotto a 1,8, «sconto» che soddisfa in larga parte i sindacati dopo che la precedente finanziaria aveva introdotto una decurtazione del 20 per cento.