PALERMO – La Regione in campo per recuperare tutte quelle somme concesse in più agli enti di formazione storici. Si tratta di quasi 17 milioni da recuperare per il periodo 2005-2010 e le sigle che avrebbero beneficiato di questi finanziamenti in più sono 71.
In pratica si tratta di finanziamenti aggiuntivi rispetto al budget previsto per i corsi che – sebbene fossero la prassi – sono stati considerati illegittimi da parte della Corte dei Conti che sulla questione ha condannato Mario Centorrino e Gesualdo Campo (all’epoca assessore e dirigente generale) per fondi in più concessi all’Anfe.
Adesso la Regione prova a richiedere questi extra, in caso contrario li tratterrà dalle somme nuove che verranno erogate. Tra i 71 enti coinvolti ci sono il Cefop (dovrà restituire quasi 6 milioni di euro), l’Anfe (quasi 3,3 milioni), l’ Aram (circa 4,5 milioni), l’ Anfe di Catania (poco più di 111 mila euro), lo Ial (3,5 milioni), il Ciofs (260 mila euro), cifre inferiori per Ecap, Efal, Enaip, Associazione nuovo cammino, Interefop.
Secondo l’indagine fatta dall’assessore Scilabra e dalla dirigente Corsello ogni anno venivano erogate queste somme aggiuntive, richieste formalmente per pagare i dipendenti.
Il dettaglio del debito da saldare verso la Regione mostra anche l’ escalation dei finanziamenti extra concessi negli anni: 436 mila euro nel 2005, 704 mila nel2006, 6 milioni e 471 mila euro nel2007, 4 milioni l’ anno dopo, poco meno di 5 nel 2009 e 4,6 milioni nel 2010. Tutti soldi che sono finiti al centro dell’ indagine della Corte dei Conti.
Sul tema restano molto critici i sindacati. Secondo la Cisl, «La denuncia del segretario generale Patrizia Monterrosso che per difendersi dagli errori compiuti nel passato come dirigente generale dell’assessorato alla Formazione,intende recuperare le somme erogate come integrazioni negli anni passati agli enti di formazione, rischia di ricadere come sempre e ancora una volta sul destino dei lavoratori» dice Giovanni Migliore Segretario Cisl Scuola con delega alla Formazione. «I lavoratori infatti continuano a non percepire le retribuzioni mentre rischiano di perdere il posto di lavoro perché gli enti non riusciranno di certo a reggere il recupero forzoso. L’ amministrazione regionale – aggiunge Migliore – valuti se è legittima la procedura di trattenuta delle compensazioni erogate in passato agli enti, e di definire eventualmente una sorta di rateizzazione che consenta ai lavoratori di percepire le somme attese a gli enti di poter rientrare con i conti in regola nei confronti della Regione». Per Giusto Scozzaro della Flc Cgil, si tratta di «Una procedura assurda, mirata all’autotutela, che metterà in ginocchio gli enti creando nuova disoccupazione. In quegli anni- dice Scozzaro- era una prassi consolidata, peraltro da noi puntualmente criticata perché faceva lievitare il sistema, i costi, e in molti casi era un modo per aggirare il blocco delle assunzioni. Riteniamo tuttavia che responsabile di tutto ciò sia non chi ha chiesto, e non certo estorto, ma chi ha concesso i finanziamenti extra, cioè gli assessori e i dirigenti di quegli anni che evidentemente hanno peccato di mancanza di professionalità e competenza». Scozzaro contesta il fatto che “debbano essere sempre i lavoratori a pagare per i guasti del sistema. In questo modo- aggiunge- gli enti falliranno e ci sarà nuova disoccupazione”. Per il segretario della Flc, «se la procedura della regione dovesse essere ritenuta legittima si definisca almeno un piano di rateizzazione che consenta agli enti di sopravvivere».
Mentre prosegue la protesta dei lavoratori dello Ial Sicilia coordinati dalle sigle sindacali dei comparti Formazione professionale di UGL, COBAS, “Irriducibili della Formazione” e ASILFOP. Da ieri i tre sindacati hanno organizzato un presidio di protesta in via Marchese di Villabianca n° 70, dove ha sede l’Ente, per attenzionare l’Amministrazione regionale sulla gravissima situazione che di fatto ha già cagionato e continua a cagionare danni irreversibili ai dipendenti della formazione professionale che rivendicano, al Governo regionale, il pagamento delle mensilità pregresse, così come promesso nei vari tavoli tecnici istituiti dall’assessore competente. Secondo le sigle sindacali, tale situazione si è venuta a determinare a causa del ritardo degli Uffici regionali che, a tutt’oggi, non hanno predisposto tutta la modulistica necessaria agli Enti gestori che consenta di presentare la rendicontazione finale della prima annualità dell’avviso 20 FSE (20%). «Altro grave ritardo – sostengono – è rilevabile sull’emanazione del decreto d’impegno che finanzia la prima anticipazione (25% dell’intero importo) della seconda annualità del nuovo piano formativo. In questo paradossale contesto chi subisce il danno più grave è il lavoratore che, pur non percependo diverse mensilità (chi 11, chi 16, chi 24), ha comunque garantito e continua a garantire con estrema professionalità il servizio. Sembrerebbe, inoltre, che, mentre alcuni lavoratori venivano messi in cassa integrazione per l’anno 2011, lo Ial abbia pagato anche lo straordinario o addirittura aumentato il livello contrattuale ad alcuni dipendenti rimasti in servizi».