“La pubblicazione e l’avvio delle procedure dell’Avviso 8 sono una tappa del percorso di riforma della formazione professionale cominciato col decreto del 2015 del presidente della Regione con il quale si sono definite le nuove regole per l’accreditamento degli enti. Poi c’è stata l’adozione, nel maggio 2016, del sistema regionale e del catalogo delle competenze. Con queste norme si è messo in sicurezza giuridica il sistema della formazione professionale in Sicilia, smentendo l’idea che in questo assessorato regna il caos e non si fa nulla”. L’ha detto l’assessore regionale alla Formazione, Bruno Marziano, in una conferenza stampa a Palazzo d’Orleans. L’avviso 8 oggi sarà pubblicato sulla Gurs.
“Da lunedì 30 gennaio e per i successivi trenta giorni, in base all’Avviso 8, gli enti possono presentare i progetti definitivi, dopo altri 30 giorni si avvierà l’attività”.
Marziano parlando del personale degli enti ha detto che “uno dei temi su cui si sta lavorando è quello relativo ai prepensionamenti”.
“La vicenda Anfe (l’arresto del presidente dell’ente, ndr) a la sentenza di Messina (la condanna di 20 persone, tra i quali il deputato di Fi Francantonio Genovese, ndr) mostrano l’entità dei problemi della formazione professionale, le difficoltà a riorganizzare questo mondo e a assicurare una continuità formativa”. L’ha detto il governatore della Sicilia Rosario Crocetta in conferenza stampa a Palazzo D’Orleans.
“Nel passato avevamo una formazione riconducibile alle organizzazioni dei lavoratori e agli enti religiosi con in media 350 enti, poi ce ne siamo trovati 3.500. A metà degli anni 2000 si è fatta l’operazione di allargare la spesa dalle risorse regionali al fondo sociale, triplicandola: siamo passati da 100 milioni del 2005 a quasi 400 milioni del 2012. Questo ha pesato sulle politiche attive del lavoro. Dal 2010 in poi, pur in presenza di un blocco, si è dato il via libera ad assunzioni indiscriminate, tant’è che ne abbiamo trovati oltre 12 mila. C’è stata un’azione clientelare di massa sulla formazione. Questo settore ha bisogno di una nuova legislazione”.
Crocetta ha quindi rivendicato le scelte operate dal suo governo: “Non avevamo scelta, ci trovammo in un contesto melmoso in cui chi voleva faceva un ente di formazione e veniva accreditato, creando questo scempio. Non credo che il ciclo di bonifica sia finito. Questi scheletri sono destinati a riemergere, a prescindere dall’azione dell’amministrazione, che in questi anni ha denunciato, mentre in passato ha operato nell’omertà”.