Gamification e realtà aumentata. Nuovo appuntamento con la rubrica di Giuseppe Terzo Lo Parrino, esperto di trasformazione digitale. Giuseppe Terzo Lo Parrino è amministratore dell’azienda Dbway Srls ed è autore del libro Mindset della trasformazione digitale.
Nel mio libro “Mindset della Trasformazione Digitale”, invito a riflettere sulla rapidità con cui il mondo digitale si evolve e sull’importanza di adottare una visione strategica per affrontare le sfide della trasformazione digitale. Tra le tecnologie emergenti che stanno plasmando il nostro futuro, la gamification e la realtà aumentata occupano un posto di rilievo. Sebbene queste tecnologie offrano un potenziale enorme per innovare i processi aziendali e migliorare l’esperienza utente, è fondamentale considerarne anche le implicazioni etiche.
Gamification: il gioco come leva motivazionale e strumento di controllo?
Come sottolineato nel libro, la gamification può essere un potente strumento per stimolare la motivazione e l’engagement degli utenti e, in azienda, dei nostri impiegati e lavoratori. Tuttavia, come ogni strumento, può essere utilizzato sia per costruire che per distruggere. Un uso eccessivo o, peggio, manipolatorio della gamification può portare, ad esempio, alla continua ricerca di ricompense virtuali creando una dipendenza che altera le priorità degli individui. Quanti di noi hanno provato quella sensazione di euforia nel vedere aumentare il numero di like o di follower sui social? O quella piccola delusione quando un post non riceve l’attenzione sperata? Questa continua ricerca di approvazione virtuale, di quella piccola dose di dopamina che ci viene rilasciata ogni volta che riceviamo un feedback positivo, può diventare una vera e propria dipendenza perché il nostro cervello è cablato per cercare la ricompensa. Questo meccanismo di rinforzo positivo ci spinge a ripetere i comportamenti che ci hanno portato a ottenere quella ricompensa.
Quali sono i rischi?
Inseguire costantemente i like, i follower o le ricompense, può avere conseguenze negative sulla nostra vita. Oltre a distogliere l’attenzione dalle relazioni reali e dagli obiettivi importanti, può minare la nostra autostima, rendendoci dipendenti dall’approvazione altrui. Questo bisogno costante di riconoscimento virtuale può portare a un senso di isolamento e a problemi di salute mentale come ansia e depressione. In sostanza, l’ossessione per la popolarità online o per le ricompense ottenute rischia di farci perdere di vista ciò che conta davvero.
Dalla caccia ai like alla corsa ai punti: la gamification aziendale
Ti è mai capitato di essere così preso da un gioco che hai dimenticato il tempo? Quella stessa sensazione di gratificazione e coinvolgimento che proviamo giocando può essere replicata in ambito lavorativo grazie alla gamification. Ma attenzione: proprio come nei social, anche in azienda c’è il rischio di creare una sorta di dipendenza, questa volta però dai punti, dai badge e dalle classifiche. La gamification funziona perché sfrutta i nostri bisogni psicologici più profondi: il desiderio di riconoscimento, di competizione e di progresso. Guadagnare punti, salire di livello o sbloccare nuovi obiettivi ci dà una sensazione di soddisfazione e ci motiva a fare sempre meglio. Ma quando questa ricerca di punti diventa un’ossessione, rischia di trasformarsi in una trappola. Ad esempio la gamification può accentuare le disuguaglianze esistenti, poiché coloro che hanno più tempo o risorse a disposizione possono ottenere risultati migliori. Senza considerare le preoccupazioni che la raccolta di dati, necessaria per personalizzare le esperienze di gioco, solleva in merito alla privacy e alla protezione dei dati personali.
Realtà aumentata: tra meraviglia e manipolazione
La realtà aumentata, come discusso in “Mindset della Trasformazione Digitale”, ha il potenziale di rivoluzionare il modo in cui interagiamo con il mondo fisico. Ad ogni modo anche questa tecnologia può essere utilizzata anche per scopi manipolatori, ad esempio potrebbe essere utilizzata per alterare la percezione della realtà creando esperienze ingannevoli o diffondendo informazioni false. Inoltre il suo uso eccessivo può portare ad una dipendenza dalla tecnologia e all’isolamento sociale. L’integrazione tra gamification e realtà aumentata può creare esperienze ancora più immersive e coinvolgenti. Tuttavia, questa integrazione può amplificare le sfide etiche già esistenti. Ad esempio, un’esperienza di realtà aumentata altamente personalizzata, basata sui dati raccolti attraverso la gamification, potrebbe essere utilizzata per influenzare le decisioni degli utenti in modo subdolo.
Come affrontare le sfide etiche?
Per sfruttare al meglio le potenzialità della gamification e della realtà aumentata, è fondamentale adottare un approccio etico e responsabile. Per fare ciò le aziende dovrebbero seguire semplici regole basate sulla trasparenza, informando gli utenti e i dipendenti sulle finalità dei dati raccolti e ottenendo il loro consenso esplicito, adottando misure adeguate per proteggere la privacy degli utenti e creare linee guida chiare e condivise per lo sviluppo e l’utilizzo di queste tecnologie illustrandone scopo e finalità.
La gamification e la realtà aumentata rappresentano un’opportunità straordinaria per innovare e migliorare la nostra vita. Tuttavia, è fondamentale affrontare le sfide etiche associate a queste tecnologie per garantire che vengano utilizzate in modo responsabile e a beneficio di tutti.