Last updated on 20 aprile 2021
Il Decreto Dignità sta scuotendo tutto il mondo del gioco d’azzardo. La prospettiva del divieto totale di trasmettere pubblicità, per quanto sia probabile che venga attenuato con un imminente emendamento, apre diversi scenari nella filiera. Per il settore terrestre, i più catastrofici prevedono una netta diminuzione degli introiti, con conseguenti licenziamenti e una netta ridefinizione del ruolo all’interno dell’economia italiana. Le aziende però potrebbero decidere di aggrapparsi a un’alternativa piuttosto convincente: l’online.
Il gioco d’azzardo su internet sta conoscendo un periodo di netta crescita in Italia e nel resto d’Europa. Nel nostro Paese, come evidenziano i dati elaborati da Gamingreport.it, la spesa è passata dagli 821 milioni di euro di spesa del 2015 agli 1,34 miliardi del 2017. Lo sviluppo degli smartphone e dei siti internet per scommettere sta agevolando le puntate in ogni momento della giornata. Ad approfittarne soprattutto le slot machine e le VLT, che da sole arrivano a costituire metà del mercato digitale. Non si può certo lamentare della rapidità di fruizione garantita da internet il settore delle scommesse sportive, che ha aumentato il numero di utenti e le opzioni a loro disposizione. Soltanto alcuni giochi da casinò, poker in versione cash game su tutti, hanno sofferto la novità, perdendo una percentuale nel valore complessivo del mercato.
Il Decreto Dignità non è sembrato intenzionato a toccare il gambling su internet. Anzi, indirettamente lo sta agevolando. La diminuzione della pubblicità dovrebbe avere l’effetto di avvicinare meno persone alle case da gioco, ma le inserzioni sui vari siti rimarranno visibili agli utenti. Con il proliferare dei social network, il passaparola tra gli internauti rischia di avere un’efficacia decisamente superiore a qualsiasi spot televisivo. Inoltre, è evidente che per i gestori sarà meno costoso mantenere una piattaforma digitale che un negozio, anche in virtù del possibile ulteriore aumento del Preu sulle slot machine. Un’ulteriore spinta per il ridimensionamento del mercato terrestre, certo, ma altrettanto per un passaggio alla versione su internet. Dove tra l’altro il controllo statale può essere più stretto.
Riconoscere un sito legale è ormai scontato, con la presenza del marchio AAMS a certificare il benestare del governo. Centinaia di siti “.com”, e quindi pirati, sono stati oscurati negli ultimi anni, a conferma dell’ottimo funzionamento del sistema nel nostro Paese. A tutela dei giocatori patologici è stato creato un principio di esclusione o autoesclusione, con il quale si può richiedere di non essere più accettato all’interno di un portale d’azzardo. Una novità presente soltanto in alcune nazioni europee, e in cui il nostro Stato è precursore. Bastano meno di trenta giorni per permettere al sistema ADM di riconoscere l’identità di chi richiede l’iscrizione a un sito, valutando se ha effettuato richiesta di autoesclusione in passato. Insieme a questo, internet permette di impostare un limite massimo di ricarica mensile al proprio account. Per questo motivo gli utenti della rete possono tenere sotto controllo la loro spesa, per quanto dipenda sempre dalla loro stessa volontà. Comunque, un passo avanti rispetto al sistema live, in cui i controlli sono sostanzialmente inesistenti. Forse anche per questo il trasferimento del gioco all’online può essere un fattore positivo per i giocatori, oltre che per chi gestisce il settore.
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