Last updated on 7 marzo 2021
In Sicilia le morti per presunta malasanità sembrano non trovare fine. Pochi giorni fa è morta la neonata Nicole per una concatenazione di negligenze, successivamente il piccolo Daniel per il quale si attendono notizie sulla causa della morte, paventando il rischio di meningite, mentre a Niscemi, la vittima, questa volta, un maestro di scuola elementare colpito da emorragia cerebrale è deceduta attendendo per ore un posto in rianimazione.
Sempre in Sicilia, il 20 febbraio si è registrato un nuovo episodio. Al Sant’Antonio Abate di Trapani un uomo entrato al pronto soccorso con la pressione a 190 è stato classificato dal triage come un codice giallo. In attesa di essere nuovamente visitato, l’uomo si è accasciato a terra ed è morto.
Venerdì scorso è morta una donna di 75 anni ricoverata all’ospedale Papardo di Messina per le gravi complicazioni insorte dopo l’operazione subita per un’ernia ombelicale.
Poi la tragica morte del piccolo Mattia. Il calvario del piccolo è iniziato, secondo quanto appreso dai media, all’ospedale di Bronte dove non sarebbe stata diagnosticata un’infezione che ha causato, nel giro di pochi giorni, un parto prematuro. Per partorire, la signora è stata trasferita da Catania a Siracusa, ospedale Umberto Primo. Anche in questo sembrerebbe che non c’erano posti disponibili in terapia intensiva a Catania. Come per Nicole.
“In tutto sono sei i casi eclatanti di presunta malasanità, diffusi dalle cronache di questi giorni e raccolti dall’Osservatorio per i Diritti del Malato dell’Associazione CODICI. Purtroppo però quanto accaduto non è una semplice coincidenza del periodo. Si tratta dei riflessi di una malapolitica che per decenni ha allungato le mani su un settore importante come la sanità in cui in gioco ci sono le vite dei pazienti. Inutile nascondersi dietro al dito ma il Sistema Sanitario Regionale in Sicilia è al collasso. In considerazione di questi ultimi fatti, l’Associazione CODICI chiede al governo di commissariare subito la Sanità in Sicilia. Non è più possibile assistere a questa mattanza di vite umane in maniera del tutto passiva” dichiarano l’Avv. Vincenzo Maltese e Manfredi Zammataro, Presidente regionale dell’Associazione CODICI- Centro per i Diritti del Cittadino.
L’assessore Borsellino è sempre più isolata e vicina alle dimissioni. “E’ una decisione che mi riservo di assumere”, ammette. Prima ancora che all’Ars si arrivi a discutere la mozione di censura che il capogruppo di Forza Italia, Marco Falcone, presenterà oggi. Borsellino, tra l’altro, è stata lavorata ai fianchi, non solo dalle polemiche, ma anche da parte di Crocetta, che prima le ha tolto il suo braccio destro, Salvatore Sammartano, nominato ragioniere generale della Regione, e stesso trattamento ha per Angelo Aliquò al vertice della Seus-118. Secondo le indiscrezioni c’è più di un nervo scoperto nel rapporto Crocetta-Borsellino. E uno riguarda il dosser “Villa Sofia-Cervello” di Palermo e l’inchiesta della Procura di Palermo sulla gestione del reparto di Chirugia plastica, il cui primario, Matteo Tutino, è medico personale di Crocetta. E ci sarebbe anche un buco da 13 milioni di euro. Altro fronte è quello della stretta sulle cliniche private, con il taglio di 100 posti per acuti. Infine, la vicenda Ismett. L’Istituto mediterraneo trapianti e terapie è la punta di diamante della sanità siciliana. Adesso la convenzione con la Regione va rinnovata. E’ scaduta il 31 dicembre 2014, prorogata di tre mesi grazie a un emendamento inserito nella legge di stabilità nazionale. Da Roma premono per il rinnovo della convenzione. Lo ha detto anche Delrio dal palco della “Faraona”, ed è stato non a caso l’unico passaggio in cui Delrio ha parlato di cose siciliane. Alla “Faraona” ha parlato anche il direttore sanitario dell’Ismett, Ugo Palazzo, che si becca tra l’altro 850.000 euro di stipendio l’anno. L’Ismett è un istituto di cui sono soci la Regione Siciliana, il Ministero della Salute, e l’Università di Pittsburgh. Ebbene, l’assessore Lucia Borsellino ha sempre sollevato più di un dubbio sui costi dell’accordo per la Regione Siciliana: 93 milioni di euro l’anno, a prescindere dalle prestazioni erogate. Considerato che ci sono una settantina di posti letto per acuti, pare proprio che un posto letto all’Ismett costi cinque volte quanto costa dalle altre parti. E poi ci sono 800 dipendenti, con un rapporto di 12 dipendenti per posto letto, mentre quello della sanità pubblica siciliana è di tre per posto letto. I 140 medici e specialisti sono in capo all’Università di Pittsburgh; 660 le unità di personale non medico, «assunti per chiamata diretta, sul groppone della Regione». Ecco perchè Lucia Borsellino non vuole firmare la convenzione, la vuole rimodulare. Ma, probabilmente, la convenzione sarà rinnovata lo stesso. E la firma dell’Assessore alla Sanità in Sicilia non sarà più la sua…
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