PALERMO – Duro giudizio dei consulenti del lavoro sulla Finanziaria regionale. Da Palazzo Steri di Palermo, dove è in corso la manifestazione dei consulenti del lavoro italiani “Ripartiamo dal lavoro, valore e fondamento del Paese”. “Questa finanziaria dà continuità alle vecchie politiche – ha dichiarato il presidente dell’Ordine di Palermo Vincenzo Barbaro – . C’è una grande attenzione al precariato e al mantenimento di strutture inesistenti. Non c’è un solo momento di attenzione alla creazione di lavoro vero e di ricchezza. In Sicilia – ha proseguito – non si può adottare il modello del Trentino, dove la disoccupazione è al 5%, né pensare di ricondurre tutto il welfare alle tante società pubbliche e parapubbliche riempite di personale all’inverosimile e il cui costo è stato scaricato sulle nuove generazioni. In Sicilia, con politiche attive del lavoro inesistenti e con una disoccupazione al 30%, servono sistemi straordinari per fare incontrare quel poco di domanda e offerta di lavoro che c’è”.
Da parte sua, l’assessore regionale al Lavoro, Ester Bonafede, sta già lavorando sul “patto generazionale”: “Abbiamo quasi pronta una riforma – ha spiegato – scritta insieme agli assessori alla Formazione e alle Attività produttive, che, mutuando alcuni aspetti della legge Fornero e rimodulando le risorse della formazione, rende reali strumenti quali l’apprendistato e il tirocinio, coinvolgendo i lavoratori anziani nella formazione dei giovani per dare loro nuove competenze. E che, inoltre, pensa alla riqualificazione, affinamento professionale o riconversione dei soggetti over 50, il tutto tenendo conto delle reali esigenze del mondo produttivo”.
La Bonafede ha poi riferito che “la prossima settimana il governo regionale avrà un incontro con quello nazionale per discutere sia del rifinanziamento della cassa integrazione in deroga sia delle nuove politiche sociali, in modo da dare respiro alle aziende e alle fasce deboli e consentirci di varare questa riforma che deve dare prospettive di crescita: passare, cioè, dall’emergenza allo sviluppo. La Finanziaria è stata gravata da vent’anni di politiche passive del lavoro. Questa fase è chiusa e ora si passa a incentivare il mondo dei giovani attraverso l’applicazione dell’apposito Accordo di programma quadro e degli altri strumenti ai quali abbiamo lavorato negli ultimi quattro mesi”.
Nuove proposte anche dai sindacati. Claudio Barone, segretario generale della Uil Sicilia: “Il modello dell’assistenzialismo finanziato con risorse pubbliche non può continuare. Bisogna favorire lo sviluppo produttivo e la buona occupazione, tagliando le tasse sul lavoro e alcune irrituali rigidità che frenano le assunzioni. Bisogna dare a chi investe e può creare lavoro la sensazione di trovarsi in un contesto favorevole. La Uil Sicilia – ha annunciato Barone – è pronta a trattare accordi che consentano ai giovani di trovare lavoro qui e non rassegnarsi al precariato e all’emigrazione. Si può fare molto sulla contrattazione articolata come, ad esempio, impegnare giovani nell’apertura tutto l’anno di monumenti e musei. Su questo la Uil Sicilia è pronta a firmare strumenti contrattuali che lo consentano e che tolgano alibi ad amministratori finora troppo pigri”.
Anche Maurizio Bernava, segretario generale della Cisl Sicilia, ha proposto contrattazioni in deroga: “Per ridurre la disoccupazione giovanile è necessario rivedere tutti gli strumenti disponibili. Pensiamo a politiche coordinate: mettere insieme le politiche di sviluppo, le misure per i giovani, l’apprendistato che in atto è l’unico strumento adeguato. Noi aggiungeremmo una contrattazione collettiva che conceda deroghe temporali fino a quattro anni e assegni alle imprese riduzioni di costi per periodi anche superiori. Tutto ciò dedicato, però, a specifici settori, come l’innovazione di impresa o di prodotto, la crescita dimensionale delle imprese, l’internazionalizzazione dei mercati”.