I debiti della Sicilia: 8 miliardi. Peseranno sulle prossime generazioni per almeno trenta anni. Lo dice Maurizio Graffeo, presidente delle sezioni riunite della Corte dei Conti per la Sicilia. E’ stato ascoltato dalla Commissione Bilancio dell’Ars :«L’obbligo restitutorio per la Sicilia – ha detto – si attesterà a fine 2015 quasi ad otto miliardi di euro, gravando sulle prossime generazioni per i prossimi trent’anni. L’ultimo aspetto di preoccupazione contabile emerge dall’analisi degli enti locali. I debiti degli Ato rifiuti ammontano ad oltre un miliardo ed ottocento milioni. Mi sembra eccessivo parlare di colpe, noi non giudichiamo comportamenti e questa situazione risale nel tempo ad oltre un decennio fa. L’assessore Baccei mi pare l’abbia messo nero su bianco nella legge di stabilità, che si vada avanti con un preciso indirizzo di risanamento. La vicenda dei 590 milioni che sono stati trattenuti per il concorso alla finanza pubblica, che sono stati trattenuti dallo Stato, “inaudita altera parte”, unilateralmente, è una vicenda che ha creato un ulteriore buco a conti che non erano splendidi in partenza».
“L’emergenza finanziaria in Sicilia resta una questione da risolvere, ma escludo ogni rischio di commissariamento”. Ha detto il presidente Graffeo, parlando con i giornalisti a margine dell’ audizione in commissione bilancio. “La regione soffre una forte crisi di liquidita’ intesa come incapacita’ di corrispondere pagamenti – ha aggiunto – ma l’ isola non corre il rischio di default, la Sicilia e’ parte di uno stato comunitario, e’ la Repubblica italiana che deve garantire l’ equilibrio dei suoi conti”.
BACCEI. Condivide “pienamente” la relazione del Presidente della Corte dei conti, Maurizio Graffeo, davanti alla Commissione Bilancio dell’Ars, definendola “una analisi lucidissima, non sono bacchettate, ma queste parole danno più forza per trovare soluzioni”. Così l’assessore regionale al Bilancio della Sicilia, Alessandro Baccei: “Non è vero che le cose non si stanno facendo – dice ancora Baccei – si sta cercando di intervenire in maniera forte ma senza creare un disagio sociale”. E parla delle necessità di “dare luogo alle riforme che consentissero risparmio e spesa ma che ci mettessero con le carte in regola”. Sul piano di rientro dice: “Al momento non è una ipotesi di legge, ma ci sono tavoli tecnici in corso”. Replica al deputato grillino Giorgio Ciaccio: “Il tema della non copertura è falso e fuori luogo”. Ma ammette: “Le difficoltà sono molte, vedremo cosa riusciremo a fare”.
ARDIZZONE. «Approveremo il rendiconto del 2014 da qui a qualche giorno». Lo ha detto il presidente dell’ Ars Giovanni Ardizzone, intervenendo nel corso dell’ audizione in commissione Bilancio all’Ars. È all’esame della commissione il rendiconto consuntivo dell’ esercizio finanziario 2014, che il Parlamento regionale si appresta a modificare in base alle osservazioni rilevate e contenute nel giudizio di parifica della Corte dei conti.
Il debito pubblico della Regione, per effetto di una serie di operazioni ammonta complessivamente a 7 miliardi e 900 milioni di euro. Al 31 dicembre 2014 il debito residuo si attestava sui 5 miliardi 508 milioni di euro. Lo stock del debito è “su un livello superiore rispetto a quello del 2013 registrando un trend crescente pari al 3,05%”. L’onerosità della situazione debitoria è maggiore se si considerano le due anticipazioni di liquidità per complessivi 900 milioni circa concesse dal ministero dell’Economia nel 2013 e la sottoscrizione di un prestito nel 2015, autorizzato dal parlamento regionale, per un miliardo 776 milioni.
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