Last updated on 20 novembre 2019
La grande novità dei pagamenti elettronici obbligatori per quelle partite IVA che vogliono continuare ad avere detrazioni fiscali, ha portato alla creazione delle carte carburante, ovvero carte prepagate intestate all’azienda (o a diretti dipendenti), già inserite nel circuito della fatturazione elettronica.
Come funzionano: il dipendente (o libero professionista) effettua il rifornimento carburante pagando con la carta (o con altro metodo di pagamento tracciabile, pena l’esclusione della spesa dal computo delle detrazioni); il benzinaio ha ventiquattr’ore di tempo per emettere la fattura elettronica relativa a ogni singola transazione business e la invia all’Agenzia delle Entrate per la registrazione; una volta caricata, la fattura elettronica viene girata o direttamente all’azienda o al gestore della carta che poi, periodicamente, la gira al titolare per la rendicontazione.
Da quando è uscito sul mercato questo genere di metodo di pagamento, ovviamente, è iniziata la corsa alla differenziazione tra i vari gestori: sempre più servizi a costi più o meno inferiori. Ma scendiamo più nel dettaglio e vediamo quali sono i tipi di carta carburante tra cui è possibile scegliere.
Carta carburante brandizzate o non brandizzate, questo è il dilemma
La prima differenza che salta all’occhio è la presenza (o meno) del marchio. Si sa, la fidelizzazione dei propri clienti è il punto focale di qualsiasi business, per cui le carte carburante originarie sono state proprio quelle legate alle principali catene di distribuzione. Ovviamente queste tessere sono legate a doppio filo con la società emettitrice: non è possibile usare una carta Eni presso i punti Shell, o vice versa. In più, ogni transazione autorizzata consente l’accumulo dei punti presso i rispettivi programmi Loyalty.
Le carte prepagate non brandizzate, come la Soldo Drive per esempio, non obbligano l’azienda o i suoi dipendenti a utilizzare un circuito o l’altro e, con una presenza sul territorio di oltre 20.000 punti di rifornimento (tra pompe bianche e distributori principali), non è una questione da sottovalutare. Ovviamente, però, le transazioni non sono automaticamente valide per il riconoscimento dei punti fedeltà.
Libertà e facilità di gestione.
Tutte le carte carburante e le prepagate per il rifornimento di carburante concordano su un aspetto, specialmente da quando la normativa è entrata pienamente in vigore (1 gennaio 2019): favorire la vita alle aziende intestatarie. Vediamo in quali aspetti.
Trattandosi di carte prepagate e non di carte di credito, queste vengono emesse in poco tempo senza troppi controlli sul patrimonio o sulla salute dell’impresa. E’ il titolare che decide quanto e con quanta frequenza caricare; non ci sono collegamenti con i conti principali e non si possono usare al di fuori dei canali di rifornimento benzina.
Quasi tutte sono carte che facilitano la fatturazione: considerando che la legge obbliga l’emissione di una fattura elettronica per ogni transazione, diventerebbe molto complicato poter gestire l’immensa mole delle bolle (specialmente per quelle aziende che hanno vari mezzi nel loro parco macchine). Dunque, un punto su cui si trovano d’accordo i gestori delle carte carburante è proprio questo: fornire un servizio di riconciliazione delle fatture elettroniche.
Soldo Drive, la carta prepagata per acquisti di carburante davvero universale
Nel panorama delle carte carburante una menzione particolare la merita Soldo Drive, al momento l’unica carta prepagata che si può utilizzare presso qualsiasi stazione di rifornimento vogliamo: tutte le altre hanno bisogno di convenzioni particolari, che limitano alla sola catena o a circuiti un po’ più estesi la possibilità di scelta. Ciò significa che il guidatore può scegliere nella più totale libertà sia il percorso preferito che la pompa più adatta: si ha così un grande risparmio sia di tempo che di denaro.
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