Come abbiamo raccontato, è vicina al crac Riscossione Sicilia Spa, la società della Regione che dovrebbe raccogliere i tributi in Sicilia. E’ sommersa dai debiti, non ha una dirigenza – il Cda si è dimesso – e il governatore Crocetta e l’assessore Baccei hanno idee radicalmente diverse sul suo futuro.
Baccei, in particolare, vorrebbe chiuderla per affidare anche in Sicilia la raccolta ad Equitalia. E sono diverse le reazioni. «Una classe politica arrogante, ignorante e predatoria – ha dichiarata Gino Sammarco, segretario regionale della Uilca – ha di fatto sancito la fine di Riscossione Sicilia, società partecipata dalla Regione Siciliana che conta 701 dipendenti e “gira” ogni anno alla Regione più di 300 milioni di euro. i dipendenti sperano oggi di essere incorporati da Equitalia perché non hanno più fiducia nei nostri governanti. E in effetti un Cda che si dimette improvvisamente alla fine dell’anno, la dice lunga. Passeranno almeno tre mesi prima dell’insediamento del nuovo consiglio di amministrazione e nel frattempo i lavoratori, che già sono passati da 1100 a 701, hanno subito, soltanto loro, una drastica cura dimagrante che passa dagli esodi, alle ultime promozioni nel lontano 2009 e ai mai liquidati premi aziendali del 2012, 2013 e 2014. Una società che è in deficit, come Equitalia peraltro, ma perché vanta crediti milionari da parte della Regione siciliana, in primis, e poi dall’Agenzia dell’Entrate e dall’Inps».
«A questo punto – dichiara Enrico Pellegrino, segretario degli esattoriali siciliani – chiediamo un incontro urgente con l’Ars e con il governo a garanzia della serenità e del futuro di questi lavoratori che da quando Riscossione Sicilia è gestita dalla Regione siciliana hanno pagato sulla propria pelle tutte le nefaste scelte aziendali organizzative e strutturali vedendo peraltro chiusi tutti gli “sportelli” siciliani e operativi soltanto gli “ambiti”, uno per ogni capoluogo di provincia, con gravi disagi anche per l’utenza».