Last updated on 23 dicembre 2018
Dal primo febbraio entra in vigore l’accordo fra Giappone ed Unione Europea e la Sicilia ne trarrà grande beneficio. Il trattato Epa eliminerà la maggioranza del miliardo di euro di dazi pagati ogni anno dalle società europee che esportano nel Paese del Sol Levante. Saranno eliminati circa il 90% di tutti i dazi doganali e il 99% di essi dopo un periodo transitorio di 15 anni. Ogni anno le aziende dell’area UE esportano verso il Giappone più di 58 miliardi di euro in beni e 28 miliardi di euro in servizi.
La Camera di commercio italiana in Giappone spiega che uno dei settori che trarrà maggior beneficio dall’Epa è il Food & Beverage e determinerà un enorme cambiamento per molte aziende italiane. Con l’entrata in vigore dell’Epa ci si aspetta che l’export verso il Giappone di prodotti alimentari aumenterà del 50%, pari a 1,6 mld di euro, solo per i latticini si prevede un aumento del 215% per un valore di 729 mln, mentre l’industria europea del vino risparmierà 145 mln.
Le tariffe su prodotti e settori quali vino e vino frizzante, che prima venivano tassati del 15%, passeranno a 0% immediatamente. Idem per le bevande alcoliche in generale. Anche la carne di maiale avrà accesso libero nel mercato giapponese. La carne di bovino, oggi tassata al 38,5%, scenderà al 9% nei prossimi 15 anni. Formaggio stagionato come il Parmigiano Reggiano, prima tassato del 30%, vedrà un calo progressivo dei dazi nei prossimi 15 anni fino ad arrivare allo 0%, mentre ai formaggi semi-stagionati e freschi verranno ampliate le quote di allocazione gradualmente nei prossimi 15 anni.
L’Epa non è solo un trattato commerciale di prodotti tra le due aree, ma anche di scambi di persone, semplificazioni di regolamentazioni, armonizzazione degli standard di sicurezza, protezione delle indicazioni geografiche, utile a promuovere le realtà regionali italiane.
Il sottosegretario allo Sviluppo economico, Michele Geraci, fa presente alle imprese che “il 2019 è l’anno del G20 in Giappone, il 2020 quello delle Olimpiadi: per i prossimi due anni dobbiamo sfruttare questa porta che si apre, soprattutto per i nostri prodotti agricoli e per la nostra industria manifatturiera. L’interscambio Italia-Giappone conta per circa 10 miliardi: questo è un ottimo risultato, ma deve essere solo l’inizio di una crescita sia commerciale che di investimenti. Spero che l’interesse da parte dell’industria giapponese nei confronti di asset italiani degli ultimi anni porti la nostra relazione a consolidarsi. Dal primo febbraio si può trattare con il Giappone praticamente a tassi zero quasi su tutti i prodotti. La politica ha fatto la sua parte, adesso invito le aziende ad esplorare le nuove opportunità commerciali”.
“Il ruolo e le attività della Camera di commercio italiana in Giappone saranno determinanti per aiutare le aziende ad approfondire la comprensione e l’utilizzo che dovrà essere fatto di questo agreement”, conclude Davide Fantoni, segretario generale della Camera di commercio italiana in Giappone.
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