Circa quindici associazioni, con il supporto anche di alcuni ex amministratori e consiglieri comunali della città di Scicli, stanno serrando le fila per preparare il ricorso al Tar per cercare di bloccare il decreto della Regione siciliana che autorizza l’ampliamento di un impianto per il trattamento di rifiuti pericolosi in Contrada Cuturi a Scicli, nel ragusano. Della notizia, lanciata dal nostro giornale, ci siamo occupati in più riprese, si tratta di una questione che da diversi giorni sta catalizzando l’attenzione mediatica della stampa e ha fatto scattare l’allarme in città. Da quando hanno appreso la notizia diverse associazioni si incontrano quasi giornalmente per stabilire il da farsi e dalle riunioni è emerso che saranno due le strade da seguire: una tecnico-giuridica, attraverso il ricorso al Tar, l’altra politica, con la prima richiesta di sospensiva cautelare del DDS n 218 del 3 marzo 2016 avanza dal deputato Giorgio Assenza, seguito da altri deputati, come Di Pasquale e Digiacomo che hanno chiesto un incontro con il presidente Crocetta, incontro che è stato fissato a Palermo per il prossimo Martedì. Per quanto riguarda il ricorso al Tar gli elementi su cui faranno leva i ricorrenti saranno relativi ad alcuni vizi procedurali riscontrati nell’AIA. Alcuni di questi vizi, come anticipato da Lino Carpino, di Scicli Bene Comune ed esperto di tematiche ambientali, sarebbero stati riscontrati nei seguenti casi: non è stato tenuto conto della delibera del consiglio comunale che ha stabilito di vincolare l’area cambiando la destinazione urbanistica da E4 a E1; Anche se risulta parere favorevole tecnico del comune di Scicli, condizionato in ogni caso a quello politico, lo stesso non sarebbe mai stato dato dai commissari nelle vesti del consiglio comunale; il verbale di trasmissione della conferenza di servizio è stato indirizzato “ai commissari del comune di Modica” (che non esistono) e, se questo potrebbe anche essere stato un errore, per aggiunta è stato inserito l’indirizzo e-mai Pec del comune di Modica; Non sarebbero state chiarite alcune osservazioni avanzate dall’Arpa che ha dato parere favorevole, ma evidenziano una moltitudine di controindicazioni; L’Acif, come ha dichiarato anche in un comunicato stampa, opera in Contrada Cuturi da diversi anni, secondo i ricorrenti, visto che già trattava codici industriali, avrebbe dovuto farlo in Categoria D5 (come tra l’altro dichiarato dall’azienda), ma dai documenti risulterebbe che l’impresa ha sempre operato in categoria E4 (zona Agricola). Questi, dunque, alcuni elementi che potrebbero, secondo i ricorrenti, inficiare l’atto, ma poi vi sono anche una serie di preoccupazioni da parte della cittadinanza che da oltre dieci anni dice no a trivelle e discariche di ogni natura. Un’ altra preoccupazione avanzata nella assemblee pubbliche,è quella relativa al traffico dei Tir: Secondo il progettista dell’Acif, l’Ing Colella, veneziano, l’impianto a piano regime prevede un traffico di 20 camion al giorno di 40 tonnellate. Premesso che, come affermato dallo stesso Carpino, quelle dichiarate dal tecnico dell’azienda sono dimensioni spropositate, molti cittadini sono preoccupati dal fatto che Tir di queste portate, contenenti liquidi tossici, possano attraversare con facilità stradine di campagna progettate per muli e carretti.
Perchè poi fare un impianto della capacità annua di 200 mila Tonnellate in una zona di campagna, a circa 2 chilometri dal centro abitato, e non in un area industriale?
L’Acif opera già a Modica
A proposito di area industriale, forse molti non lo sanno, ma l’Acif ha avuto autorizzato, con DDG 323 del 30 Marzo 2015 rilasciata sempre dal Dipartimento Regionale dell’Acqua e dei Rifiuti della Regione siciliana, il progetto di una piattaforma di trattamento e recupero di rifiuti liquidi e pompabili presso il Comune di Modica, in zona Asi Modica-Pozzallo. In questa autorizzazione, rilasciata dunque un anno prima rispetto a quella rilasciata per Scicli, emerge che le conferenze di servizio si sono tenute sempre in assenza del Sindaco del Comune di Modica e dell’Ufficio Tecnico, seppur regolarmente invitati. Si tratta di un impianto molto più ridotto rispetto a quello autorizzato a Scicli (questo è di 50 mila tonnellate) per lo stoccaggio e il trattamento di rifiuti di varia natura, compresi i pericolosi.
Ritornando al’autorizzazione per l’ampliamento dell’impianto di Scicli, è stata organizzata una mobilitazione che si terrà domani, venerdì 22 aprile, alle ore 20:30 in Via Mormino-Penna, questo per dare anche un segnale ai commissari che, nonostante 11 associazioni abbiano protocollato circa 10 giorni fa una richiesta di incontro urgente per discutere dell’argomento, non hanno ancora risposto.
Le rassicurazioni dell’Azienda
Intanto proprio stamattina è intervenuta pubblicamente l’azienda Acif che vuole rassicurare i cittadini sulla qualità dell’impianto, ecco il comunicato stampa integrale:
Cari concittadini, durante lo svolgimento dell’assemblea indetta dal comitato START Scicli del 15 Aprile 2016 sono emerse una serie di perplessità da parte dei presenti, in rapporto all’ampliamento dell’attuale piattaforma di gestione dei rifiuti. Condividendo le preoccupazioni per chi non è a conoscenza della materia, la Direzione Aziendale desidera fornire risposte in modo semplice, con lo scopo di rassicurare sulle attività che si andranno a svolgere, chiarendo fin da subito che il progetto e la successiva messa in esercizio dell’impianto, percorre i canoni di sostenibilità ambientale del territorio. Come espresso dal responsabile del progetto durante l’assemblea pubblica del 15 Aprile 2016, confermiamo le rassicurazioni che tutte le attività di analisi preliminare, di valutazione degli impatti e gestione amministrativa, conclusasi con il provvedimento autorizzativo, si sono svolte in massima trasparenza. Ad ogni conferenza dei Servizi, l’Ufficio Istruttore ha sempre trasmesso le convocazioni a tutti gli Enti preposti al controllo, i quali hanno espresso tutti il loro parere (pag. 6 del Decreto Autorizzativo): 1. Comune di Scicli; 2. ASP-S.Pre.S.A.L. Ragusa (salubrità luoghi di lavoro); 3. Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco di Ragusa (conformità antincendio); 4. ASP-Ambienti di Vita Ragusa (salubrità luoghi di lavoro); 5. S.R.R. ATO 7 Ragusa (rifiuti e compatibilità con il Piano d’ambito); 6. Servizio 4 Dipartimento Urbanistica Regione Sicilia (urbanistica); 7. Genio Civile di Ragusa (urbanistica e compatibilità idrogeologica); 8. Servizio 2 Tutela Inquinamento Atmosferico Regione Sicilia (emissioni in atmosfera); 9. Servizio 7 Pareri Ambientali del Dipartimento dell’Ambiente (gestione delle acque, scarico e fognature); 10. Provincia Regionale di Ragusa – Libero Consorzio Comunale (ambiente e gestione rifiuti); 11. ARPA ST Ragusa (ambiente, gestione rifiuti, Piano di Monitoraggio e Controllo); Durante il corso dell’assemblea del 15 aprile 2016 sono state espresse parole di condivisione in merito alle legittime preoccupazioni della cittadinanza. In tale sede sono state fornite le informazioni sui criteri e metodi di trattamento dei rifiuti, in particolare le modalità che consentono di recuperare acqua da destinare ad uso irriguo ed industriale a partire da determinate categorie di rifiuto. Nostro malgrado, i notiziari stampa e filmati televisivi non hanno pubblicato quanto sopra, ponendo invece l’accento solo sulle criticità espresse da parte di alcuni partecipanti non ammettendo le repliche di illustrazione e chiarimento sostenute. Pagina 2 di 2 A.Ci.F. Servizi srl via F.M.Penna, 35 – 97018 Scicli P.IVA 01270070889 Tel. e Fax 0932.932938 Cell. 366.5208155 – 333.1199920 info@acifservizisrl.it www.acifservizisrl.it In merito alla pericolosità del rifiuto, il termine non deve essere considerato in modo negativo allarmistico. Molti prodotti acquistati dalle famiglie al supermercato sono considerati “pericolosi”: ad esempio ammoniaca, varechina/candeggina, concimi per le piante, diserbanti per il prato, etc.. riportano nelle etichette la classificazione di “pericoloso” e “tossico”, con conseguente classificazione dello scarto come “rifiuto pericoloso”. La pericolosità e tossicità per l’uomo si possono manifestare solo a seguito di inalazione, ingestione, contatto non protetto prolungato (ad es. per i diserbanti l’impiego del prodotto senza guanti e/o senza occhiali protettivi). Ne consegue che il rischio diretto per la cittadinanza è estremamente basso per tali forme di contatto. Il personale qualificato e formato per gestire gli scarti di tale sostanze (gli imballaggi e i recipienti vuoti, le latte di vernice, etc…) avrà tutte le competenze necessarie per trattare tali tipologie di rifiuto. La piattaforma consentirà di gestire una serie di scarti che attualmente non sono intercettati e gestiti, come ad esempio l’amianto, gli ingombranti e l’indifferenziato. Questi scarti, a volte abbandonati per mancanza di riferimenti per la loro gestione, costituiscono un fattore di danno allo sviluppo turistico. Al contrario la piattaforma per la gestione dei rifiuti costituirà punto d’interesse e di riferimento per le attività economiche sia pubbliche che private, con la finalità di esplicare, i rapporto a quanto già detto durante l’assemblea del 15 Aprile 2016, la valorizzazione del recupero e la sostenibilità ambientale del riciclaggio. La vocazione primaria al recupero di materia prima da rifiuto è allineata agli attuali e vigenti indirizzi normativi i quali prefiggono l’obiettivo di recupero, riducendo al minimo l’utilizzo di discariche. In tal senso un’attenta gestione del rifiuto costituisce risorsa economica, valorizzazione dell’ambiente circostante e minori spese amministrative. Gli scarti derivanti dalle attività di trattamento saranno identificati da appositi codici di classificazione ed avviati ad altri impianti presso i quali, in relazione alla propria tecnologia di trattamento, potranno essere smaltiti definitivamente. In ogni passaggio, in ingresso ed in uscita dall’impianto, la tracciabilità del rifiuto sarà garantita dall’applicazione del Piano di Gestione Operativa e dall’impiego del formulario di trasporto, come previsto dalla Normativa Nazionale. Esso costituisce documento fondamentale per la tracciabilità e per i controlli da parte degli Enti preposti. Nello spirito di trasparenza e collaborazione, la scrivente Direzione Aziendale costituirà volontariamente un sistema per valutare e migliorare le proprie prestazioni ambientali e fornire al pubblico informazioni sulla propria gestione ambientale. Inoltre è a disposizione per mettere in atto azioni che possano indurre allo sviluppo aziendale in sintonia con il territorio e la cittadinanza