La Cassazione ha confermato la condanna per peculato, a 6 anni e 6 mesi, dell’ex deputato regionale e nazionale ed ex direttore generale della Fondazione Federico II, Alberto Acierno. Era accusato di essersi appropriato di fondi – circa 150 mila euro – dell’Assemblea regionale e della fondazione. Confermate anche la pena accessoria dell’interdizione perpetua dai pubblici uffici e del risarcimento di 102 mila euro alla fondazione e 42 mila all’Ars che erano rappresentati dall’avvocato Enrico Sanseverino.
La vicenda giudiziaria di Acierno ha inizio nel 2009, quando l’ex deputato finisce ai domiciliari a seguito di un’inchiesta delle Fiamme gialle. La procura accusa l’allora parlamentare regionale di essersi indebitamente appropriato di denaro della Fondazione, utilizzando per scopi strettamente le carte di credito che gli erano state date per fini istituzionali e prelevando somme dalla cassa della Federico II. Acierno utilizzava la carta di credito intestata alla Fondazione come un bancomat personale per pagare viaggi, vestiti, bollette Sky ed Enel, e persino le puntate al casino on-line. Acierno si è sempre difeso, sostenendo che quei soldi erano i suoi perché la Fondazione gli doveva un compenso come custode delle opere d’arte esposte durante le celebrazioni del 60° anniversario della prima seduta dell’Ars. Un incarico di cui non c’era traccia né nella contabilità della Fondazione, né in quella dell’Assemblea che si sono costituite parte civile al processo con l’assistenza dell’avvocato Enrico Sanseverino e alle quali Acierno dovrà restituire il maltolto.Inoltre, per gli inquirenti, Acierno avrebbe intascato parte dei fondi assegnati al Gruppo misto da lui presieduto. In tutto 150 mila euro.
Nel 2010 l’ex deputato prova a patteggiare, con l’accordo del pm, una pena di due anni e due mesi che il gup non ritiene congrua. Da qui prima il processo davanti al tribunale, ora la conferma della pena in appello. Acierno, difeso dall’avvocato Giovanni Rizzuti, dovrà scontare in carcere tre anni e quattro mesi. Tre anni gli vengono condonati e 80 giorni li aveva scontati agli arresti domiciliari. Quando la pena scenderà sotto i tre anni potrà chiedere una misura alternativa al carcere.
Acierno è stato deputato alla Camera per il Pdl ma con vari cambi di partito dall’Udr all’Udeur, poi con Fiamma Tricolore per tornare a Forza Italia e al Polo delle Libertà. All’Ars fu eletto nel listino di Salvatore Cuffaro, successivamente fu Gianfranco Miccichè, allora presidente dell’Ars, nel 2006 a volerlo al vertice della Fondazione Federico II.
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