Potenziare i reparti dei Carabinieri Forestali e inasprire le sanzioni. Sono alcune proposte di Legambiente Sicilia per contrastare gli incendi che continuano a devastare il territorio siciliano, a distruggere le aree naturali protette, l’ultimo attacco ieri alla Timpa di Acireale (foto), e a minacciare sempre di più centri abitati ed attività economiche. Gli assetti organizzativi e logistici in atto nonché le attività di vigilanza e controllo del territorio mostrano tutti i propri limiti e non appaiono adeguati a prevenire e reprimere questo fenomeno che negli ultimi anni ha assunto connotati sempre più gravi, con danni incalcolabili per le comunità ed il territorio.
Sono certamente diverse le cause che concorrono ma appare evidente che non vi sia una efficace attività di prevenzione e repressione così come non esistono meccanismi davvero penalizzanti a dimostrare che l’incendio è un danno e non conviene a nessuno. Tutto questo è tanto più inaccettabile a fronte di un’ingente spesa che sostiene la Regione per il settore forestale e antincendio.
“Chiediamo all’Assessore Regionale al Territorio e Ambiente di rivedere subito l’ organigramma del Corpo Forestale Regionale destinando a funzioni sul campo ed al potenziamento dei distaccamenti forestali il tanto personale in divisa che oggi è assegnato ad uffici le cui mansioni possono essere svolte da altro personale tecnico e amministrativo della Regione. Chiediamo allo Stato di potenziare i reparti dei Carabinieri Forestali in Sicilia, occorre personale specializzato e ben organizzato per le attività di controllo del territorio e per le indagini su tali reati contro l’ambiente. Chiediamo all’Assemblea Regionale Siciliana di varare urgenti norme sanzionatorie per impedire ogni utilizzazione economica delle aree percorse da incendi, perché oggi le pene sono rigorose sulla carta ma solo per la distruzione dei boschi, mentre ormai gli incendi interessano prevalentemente aree non boscate. Occorre dimostrare in concreto e con ogni mezzo possibile che la distruzione di un’area verde costituisce un danno collettivo, sperando così di stimolare comportamenti di controllo sociale. Infine, chiediamo all’Assessore Regionale al Territorio e Ambiente di emanare un atto di indirizzo e disporre delle ispezioni a tappeto affinché i catasti comunali delle aree percorse dal fuoco vengano redatti in modo tempestivo e con contenuti esaustivi ai fini dell’applicazione dei vincoli, vengano resi pubblici sui siti web, sanzionando i Comuni e gli uffici inadempienti”.
“Ancora una volta la Regione arriva tardi nella gestione degli incendi, mentre la Sicilia va a fuoco. Da marzo chiediamo al governo Musumeci di mettere in campo le attività di prevenzione, ma finora nessun ufficio è in grado di dirci se sono state fatte. Solo la scorsa settimana è stato siglato il contratto di servizio aereo antincendio tra il Corpo forestale della Regione e un raggruppamento di imprese che consente di utilizzare sei velivoli. E’ costato 2 milioni 300 mila euro, ma solo due mezzi su sei ad oggi sono operativi: uno nelle base di Geraci, l’altro a Caltanissetta. Gli altri quattro arriveranno in Sicilia solo giovedì e nel frattempo l’Isola viene devastata dai roghi”. Lo dicono i deputati regionali del M5S e componenti della commissione Ambiente dell’Ars, Giampiero Trizzino, Nuccio Di Paola, Stefania Campo e Valentina Palmeri, che chiedono al presidente della Regione Nello Musumeci e all’assessore regionale all’Ambiente Totò Cordaro di riferire in Aula sull’emergenza incendi nell’Isola.
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