“Con il provvedimento del Giudice per le indagini preliminari – commenta l’amministrazione etnea in una nota – è stato sancito che i comportamenti del sindaco Enzo Bianco e del Comune sono stati improntati all’assoluta correttezza e ispirati all’esclusivo interesse della collettività”.
L’ex commissario dell’Amt in liquidazione Giuseppe Idonea sosteneva che l’Amministrazione gli aveva revocato l’incarico per motivi diversi da quelli ufficialmente resi noti, compensi pagati dal Commissario a liberi professionisti e considerati spropositati, e per essersi opposto all’accredito di fondi sul conto bancario del Comune. Invece nel provvedimento del Gip si sottolinea proprio come l’indagine svolta dalla Procura della Repubblica abbia accertato la piena correttezza di quest’ultima operazione.
Per il Gip, dunque, la revoca dell’incarico a Idonea fu la diretta conseguenza dei suoi atti, degli incarichi e delle consulenze da lui affidate ad alcuni professionisti per un importo complessivo di oltre un milione e mezzo di euro, scelta per la quale l’ex commissario dell’Amt in liquidazione è stato rinviato a giudizio per abuso d’ufficio continuato.
Il giudice Cascino, nel suo provvedimento, evidenzia come questo emerga chiaramente dalle “convergenti valutazioni” non soltanto degli organi politici del Comune ma anche di dirigenti e funzionari, dalla Segretario generale al rup, e del Collegio dei revisori dell’Azienda.
“La nuova decisione della magistratura – conclude la nota – segue quella con cui, qualche settimana fa, il Gip Santino Mirabella, su richiesta del sostituto procuratore Fabio Regolo, aveva archiviato l’indagine su Girlando e sul Commissario che aveva preso il posto di Idonea, Roberto Giordano, proprio a proposito della somma trasferita.
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