Non sono certo confortanti i dati dell’ultimo rapporto Aci-Istat sugli incidenti stradali avvenuti in Italia nel 2014. Il dato nazionale che fa più impressione è quello medio di 485 incidenti al giorno che causano 9 morti e 688 feriti.
Anche se rispetto al 2013 il numero di incidenti totali sono in calo del 2,5% e quello dei feriti del 2,7%, subisce una battuta d’arresto la diminuzione del numero dei morti -0,6%. Nel 2014, in Italia si sono verificati 177.031 incidenti stradali che hanno causato lesioni, provocato la morte di 3.381 persone e il ferimento di altre 251.147.
Sicilia – In Sicilia c’è un dato particolarmente negativo, quello dell’indice di mortalità rispetto agli incidenti avvenuti sui grandi Comuni italiani presi in esame: Torino, Milano, Verona, Venezia, Trieste, Genova, Bologna, Firenze, Roma, Napoli, Bari, Palermo, Messina, Catania. Si ritrova, infatti, in cima a questa brutta classifica, con al primo posto la città di Messina, con 1,6 morti ogni 100 incidenti, poi Catania a 1,4 e infine Palermo con 1,1 che ha lo stesso dato di Verona. In Sicilia in totale nel 2014 ci sono state 209 vittime e per quanto riguarda i tre grandi nuclei urbani: a Palermo 24, di cui 23 su strade urbane e 1 su strade extraurbane su un totale di 2169 sinistri; a Messina 13 vittime, 10 su strade urbane e 3 extraurbane su un totale di 614 incidenti; 18 a Catania, 16 vittime sulle strade cittadine e 2 fuori dal centro abitato su un totale di 1175 incidenti. Sempre in Sicilia, e questo è finalmente un dato positivo, dal 2010 al 2014 si è ridotto il numero delle vittime di -25,1%, passando dai 279 del 2010 a 209 del 2014. Questo dato confrontato con le altre Regioni, pone la Sicilia al nono posto dietro a Lombardia (448 morti), Lazio (371), Emilia Romagna (327), Veneto (325), Piemonte (265), Toscana (250),Campania (233) e Puglia (231).
La situazione generale italiana è comunque in linea e nella media con i dati europei: il calo delle vittime nella UE28 si è infatti attestato tra 2014 e 2013 su una media del -0,5%. Anche rispetto all’obiettivo Ue di dimezzare il numero dei morti entro il 2020 rispetto ai valori 2010 il nostro Paese si posiziona nella media dei 28 Stati membri (-17,8% tra il 2014 e il 2010 in Italia e -18% media Ue28). Con 55,6 morti per incidente ogni milione di abitanti l’Italia si colloca al 15° posto nella graduatoria europea.
Altro dato che viene fuori dal rapporto è l’aumento della mortalità nei centri urbani (+5,4%), dove si concentrano il 75,5% degli incidenti e il 44,5% dei morti. Torna a crescere il numero delle vittime tra i pedoni (578 morti, +4,9% rispetto al 2013) e i ciclisti (273 morti, +8,8% rispetto al 2013), mentre prosegue il calo della mortalità sulle due ruote a motore (-4,3% rispetto al 2013). L’indice di mortalità (morti ogni 100 incidenti) per gli utenti più vulnerabili si conferma molto elevato: 2,75 per i pedoni, 1,69 per i motociclisti e 1,41 per i ciclisti, contro lo 0,67 delle automobili e lo 0,74 degli autocarri. La fascia di età più a rischio resta sempre quella dei giovani tra 20 e 24 anni (268 vittime), ma aumentano i decessi tra gli over 75 (+11,1%) e i bambini tra 0 e14 anni (+12,7% ).
Tra le cause primarie degli incidenti la distrazione è al primo posto e incide con una percentuale del 21,4%, la velocità elevata per il 17,3% e la distanza di sicurezza non adeguata 13,4%. Queste si confermano le prime cause di incidente sulle strade extraurbane, mentre in città è soprattutto la mancata osservanza di precedenze e semafori a causare sinistri (18,6%), seguita da distrazione (15,4%) e velocità (9,2%).
L’Assemblea Generale delle Nazioni Unite e la Commissione Europea hanno fissato l’obiettivo per il 2020 che consiste nell’ulteriore dimezzamento dei morti sulle strade in Europa e nel mondo; in questi ultimi anni si è confermato un trend sicuramente positivo che ora si è un po’ attenuato. Bisogna invertire nuovamente la tendenza, magari con maggiori controlli nelle strade e con campagne di sensibilizzazione mirate. Il costo degli incidenti nel 2014, a parte quello delle perdite di vite umane, è stato di circa 18 miliardi di euro.