PALERMO – Cresce l’attesa nella comunità scientifica per il convegno organizzato a ottobre a Mondello (Palermo) e promosso da AEIT (Federazione Italiana di Elettronica, Elettrotecnica, Automazione, Informatica e Telecomunicazioni), in collaborazione con la sezione italiana dell’IEEE (The Institute of Electrical and Electronics Engineers) sul tema: “Innovazione e cultura scientifica e tecnica per lo sviluppo”. Da diversi anni ormai i laureati nei settori tecnici in Italia costituiscono una percentuale, rispetto al totale dei laureati, ben inferiore a quella di tanti altri Paesi, uno fra tutti il Giappone. Le università italiane contano molti più iscritti in discipline economiche, giuridiche e, genericamente, umanistiche rispetto a quelle di ingegneria. I laureati in Ingegneria e i diplomati Periti Tecnici hanno perduto nella società italiana molta della loro forza propulsiva rivolta all’innovazione e in genere alla crescita della produzione industriale: non a caso le aziende lamentano la carenza di buoni tecnici di ogni livello e l’artigianato, in tutte le sue forme, pilastro portante della storia del nostro Paese, sta scomparendo.
La Sicilia, in questo contesto, ha una posizione non difforme dal resto d’Italia. Sino a tre anni addietro esistevano, infatti, tre lauree in Ingegneria Elettrica, una a Palermo, una a Catania e una a Caltanissetta. Le sedi di Palermo e di Catania sono state costrette a chiudere i loro corsi di laurea, mentre si è salvata quella di Caltanissetta. Tutti i laureati di Caltanissetta, inoltre, subito dopo la laurea o lavorano o proseguono gli studi nel corso di laurea magistrale. A Palermo, invece, è a rischio anche il corso di laurea in Ingegneria Elettronica.
Questi corsi di laurea (di base, cioè triennali) in Ingegneria Elettrica si sono significativamente ridotti di numero perché, in diversi casi, non si è riusciti a raggiungere il numero minimo degli iscritti definito dal Ministero dell’Università, non per carenza della domanda di lavoro nel settore, che è ancora alta nonostante la contrazione produttiva, ma per carenza di domanda di questa qualificazione da parte del mondo studentesco. Si preferiscono spesso strade più agevoli per conseguire una laurea, anche se meno in ambiti nei quali c’è meno richiesta dal mondo del lavoro. Ciò è quanto emerge, anche a livello nazionale, dall’ultimo rapporto ALMALAUREA che mostra come particolare rilievo abbia assunto la questione della mancanza di laureati ad indirizzo tecnico-scientifico, in particolare di ingegneri ad indirizzo informatico ed elettronico. Si riscontrano anche livelli minimi di disoccupazione tra i laureati del gruppo scientifico (12,5%), e del gruppo ingegneria (19,5%), dovuti proprio alla mancanza di “manodopera di settore”. L’aspetto economico-retributivo, inoltre, porta la cultura del Paese ad indirizzarsi esageratamente verso manager di provenienza economico-finanziaria (più redditizia) piuttosto che verso quella tecnico – scientifica degli ingegneri e dei periti industriali (riduzione degli stipendi degli ingegneri, negli ultimi quattro anni, pari al 9% – fonte ALMALAUREA). Tutto ciò produce ripercussioni negative anche sullo sviluppo accademico nei settori in crisi, innescando un processo a catena regressivo anche per le relative professioni.
Ciò potrebbe non essere a prima vista un problema, ma per un Paese in trasformazione, privo di materie prime, dove gli introiti arrivano dall’ingegno e dall’innovazione, la creazione di valore, ovvero lo sviluppo tecnico-scientifico e la ricerca finalizzata, devono essere alla base delle politiche aziendali e di governo. Gli istituti tecnici e le scuole universitarie che diffondono la cultura tecnico-scientifica e promuovono l’orgoglio del “saper fare” sono, quindi, un ambiente fondamentale per lo sviluppo delle aziende del nostro Paese. Senza un forte richiamo di queste strutture non c’è innovazione e sviluppo. In un binomio inscindibile, l’innovazione diviene necessaria per lo sviluppo e lo sviluppo presuppone continua innovazione. L’Italia ha lasciato decadere questo principio perdendo di competitività rispetto agli altri Paesi. Le grandi aziende meccaniche di una volta o sono scomparse o si sono notevolmente ridotte in numero e in dimensioni. Lo stesso può dirsi per il settore elettrico, per il settore elettronico e per il settore delle telecomunicazioni.
La regressione che si registra non ha caratteristiche solo generali di tipo economico, ma anche specifiche per la riduzione del ruolo che la società, per diversi motivi, assegna alla cultura tecnica e che la opinione pubblica riserva all’impegno nei settori tecnici.
L’AEIT, Federazione Italiana di Elettronica, Elettrotecnica, Automazione, Informatica e Telecomunicazioni, registra questa flessione di interesse in modo evidente e si vuole rendere interprete di un’analisi utile a trovare strumenti per un’inversione di tendenza, funzionale allo sviluppo industriale del Paese.
Per discutere di questi problemi e trovare soluzioni condivise a livello globale, l’AEIT, in collaborazione con la sezione italiana dell’IEEE (The Institute of Electrical and Electronics Engineers) ha organizzato una tre giorni, dal 3 ottobre al 5 ottobre 2013, a Mondello (Palermo) dal titolo “Innovazione e cultura scientifica e tecnica per lo sviluppo”.
La prestigiosa kermesse palermitana vedrà una grande affluenza di addetti ai lavori provenienti dall’Italia e anche dall’Europa. Tante le novità e gli approfondimenti per una tre giorni scientifica e formativa che vuole far comprendere al meglio le nuove sfide e le nuove frontiere che attendono il mondo della elettrotecnica, dell’elettronica, della telematica, dell’energia, dei trasporti e delle tecnologie correlate. Si tratta di un’importante opportunità di approfondimento e di confronto per tutti gli operatori di questi settori e non solo; si prevede un dibattito intenso ed ai massimi livelli sui trend futuri dello sviluppo tecnologico, stimolati dal processo continuo di innovazione, conseguenza della cultura tecnica e scientifica per lo sviluppo presente nelle singole nazioni. Interverranno rappresentanti di primo piano del mondo della impiantistica, della automazione, telematica, dell’energia, dell’ambiente e dei trasporti, a livello nazionale e internazionale, e figure di primo piano delle aziende di produzione di beni e servizi più importanti d’Italia.
“Per riprendere ad essere competitivi in un mercato che non si ferma – ha commentato il prof. Mario Rinaldi, presidente dell’AEIT – diventa necessario recuperare e diffondere una cultura tecnico-scientifica e una capacità d’impegno tipica delle menti dell’ingegnere e del perito industriale. Per andare avanti serve tornare indietro, a quando il Paese credeva nel progresso tecnico e faceva delle proprie scoperte e delle proprie aziende produttive il motore pulsante dello sviluppo economico e sociale”.
L’evento, di notevole rilievo internazionale, organizzato in una città dove ha sede un eccellente polo universitario ingegneristico, e che è centro del Mediterraneo e luogo d’incontro per diverse culture, vorrebbe offrire una occasione di confronto intellettuale e di proposizione del ruolo di AEIT come soggetto importante per la promozione dell’innovazione tecnologica italiana. Inoltre la Sicilia sta diventando uno dei banchi di prova italiani delle nuove tecnologie e delle telecomunicazioni soprattutto a seguito dell’ultimo accordo tra Regione e Ministero dello Sviluppo Economico che prevede in due anni la banda larga per 12 mila cittadini e la banda ultralarga entro il 2020. Costo degli investimenti: 140 miliardi di euro. Oltretutto, la Regione Sicilia, per migliorare la propria cultura tecnico-scientifica e per aprirsi maggiormente ad un confronto internazionale, ha attivato una serie di processi di scambio con università straniere. “L’Università di Palermo, – ha commentato il prof. Vittorio Cecconi, docente di Macchine Elettriche nell’Università di Palermo e Presidente dell’Associazione federata all’AEIT, denominata ASTRI (Associazione Scienze e Tecnologie per la Ricerca e l’Industria) – ospita studenti stranieri proprio nei settori dell’ingegneria menzionati, provenienti da Paesi in forte sviluppo ed impegnati ad avanzare anche con fatica nella cultura tecnica che viene così messa a frutto. Proprio venti giorni fa, il Rettore ha firmato, con una importante università federale del Brasile, un accordo per il doppio titolo in quattro lauree di Ingegneria tra cui quella in Ingegneria Elettrica e quella in Ingegneria dell’Automazione”. “Già a ottobre – ha continuato il prof. Cecconi – in concomitanza con il convegno, sono attesi i primi studenti per questo obiettivo, mentre la mobilità degli studenti in genere con detta università è praticata già da alcuni anni”.
“I primi di ottobre – conclude il Presidente Rinaldi – la cultura scientifica e tecnica italiana sarà dunque al centro di un importante evento incentrato sulle prospettive strategiche del Paese, naturalmente ispirate anche a criteri di efficienza, etica sociale e sostenibilità economico-ambientale ma, soprattutto, sull’importanza della cultura tecnologica e scientifica. Una cultura che, però, non deve fermarsi ai soli operatori di mercato, ma deve ragionevolmente estendersi anche tra i non addetti ai lavori, tra i cittadini”.
Per questo l’AEIT, come associazione, la promuove e diffonde da anni, attraverso collaborazioni con aziende, università, istituzioni ed eventi formativi e informativi dal respiro nazionale ed internazionale quale quello di Mondello allo scopo di contribuire al rilancio del Paese.