“Si avvia a positiva soluzione la vicenda del rinnovo della Convenzione fra la Regione Siciliana e l’Ismett. Si è, infatti,concluso positivamente il tavolo tecnico che ha posto le basi per un accordo quadro di rinnovo ampiamente condiviso”. Lo annuncia l’assessore regionale per la Salute Lucia Borsellino al termine del tavolo tecnico tenuto nei locali dell’assessorato regionale per la Salute della Sicilia ed al quale hanno preso parte i rappresentanti dei ministeri della Salute e dell’Economia, la direzione strategica dell’Arnas Civico, il socio privato UMPC, il CdA ed il direttore di Ismett oltre ai rappresentanti istituzionali dell’ assessorato.
Durante il tavolo si è sancito che quella di Ismett è una “sperimentazione gestionale stabilizzata” e sono stati definiti ruoli e responsabilità di tutti gli attori di questa vicenda ponendo le basi per una soluzione condivisa. “Grazie alla disponibilità ed alla leale collaborazione di tutte le parti intervenute – commenta l’assessore Borsellino – questa vicenda è stata incanalata nella giusta direzione. Possiamo, ora, procedere a trasformare gli accordi raggiunti in documenti che ci portino verso la firma di un accordo quadro e, dunque, alla nuova convenzione”. “Abbiamo oggi la certezza – conclude – che potremo predisporre, in tempi ragionevolmente brevi e comunque utili ad assicurare la continuità operativa dell’Istituto, un documento che garantisca i necessari livelli di efficienza, efficacia e sostenibilità sia dal punto di vista economico che puramente sanitario”.
Dopo mesi di roventi polemiche e scontri seguiti all’annuncio che l’intesa non sarebbe stata siglata, dunque si va verso la conferma dei 93 milioni all’anno e il socio privato americano dovrebbe continuare con la gestione attuale.
La struttura è da mesi al centro di un braccio di ferro tra due fronti contrapposti: da un lato Palazzo Chigi, con i sottosegretari Graziano Delrio e Davide Faraone in pressing per la firma alle condizioni poste dagli americani, dall’altro l’assessore Lucia Borsellino e il governatore Rosario Crocetta, per nulla disposto “a dare tutti questi soldi a privati senza gara pubblica “.
A luglio Palazzo d’Orleans ha dichiarato chiusa la sperimentazione gestionale inaugurata vent’anni fa e ha riconosciuto il centro trapianti di Palermo come istituto di ricovero e cura a carattere scientifico, inserito a pieno titolo nel sistema pubblico. Condizione che poneva le basi per la fine della convenzione: gli americani non avrebbero più un legame diretto con la Regione, ma la regolazione dei rapporti economici andrebbe concordata con il socio pubblico, l’azienda ospedaliera Civico. Una prospettiva bocciata dal ministero: la convenzione – lo prevede una norma voluta da Delrio e Faraone nella legge di stabilità che dà la possibilità di “proseguire l’investimento col soggetto straniero” – va rinnovata.
L’Università americana voleva altri dieci milioni di budget e venti posti letto in più per consentire duecento assunzioni, considerando il rapporto altissimo tra posti di ricovero e addetti: uno a dodici contro la media di uno a tre nel pubblico. I letti – dice il ministero – vanno aumentati da 78 a 98, il budget fissato per i prossimi tre anni rimane 93 milioni, a fronte dei 103 richiesti.
Ma il cuore della questione è l’autonoma gestione dell’Ismett, una srl partecipata al 51 per cento dal Civico e per il resto da due società, la Upmc Italy e la Upmc International, entrambe control- da Pittsburgh. Fino a oggi l’Ismett ha assunto 650 tra amministrativi e infermieri, mentre i 140 medici sono inquadrati nella Upmc Italy che li presta all’istituto palermitano con contratti “a prestazione”, al costo di 17 milioni all’anno. È proprio su questo che Crocetta ha sollevato dubbi, visto che si tratta di fondi pubblici che vanno a una società privata senza gara e che i camici bianchi sono reclutati all’esterno con apposita selezione.
Un punto, questo, rispetto al quale l’Upmc Italy assicura trasparenza: “Per qualunque lavoro, bene o servizio, infatti le selezioni del personale avvengono secondo una procedura concordata con la Regione e con avvisi pubblici. Inoltre, la scelta dei medici avviene sulla base di criteri di meritocrazia ed esperienza. Se così non fosse non si registrerebbero gli elevatissimi standard di qualità clinica e gestionale valutati da soggetti esterni come Agenas, Centro nazionale trapianti, Joint Commission International e altri“. Sull’attività dei camici bianchi Ismett precisa che i suoi medici “non possono svolgere attività privata. La loro attività professionale è, infatti, interamente dedicata ai pazienti che essi hanno in cura, anche alla luce della complessità delle cure che vengono erogate presso l’Istituto“
Dal 2004 l’Istituto è costato quasi un miliardo di euro: il valore degli interventi si attesta intorno al 30 per cento rispetto al budget, il resto è riconosciuto per l’alta specialità, i costi di gestione, l’attività di ricerca e formazione. Negli ultimi anni c’è stata una stretta. Se nel 2004 l’Ismett aveva prodotto prestazioni per 14 milioni 802 mila euro incassando 54 milioni e mezzo (il 73 per cento in più), nel 2013 gli interventi sono saliti a 35 milioni 499 mila euro e il rimborso è di 88 milioni 350 mila, con una forbice del 60 per cento.
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