“L’Ismett non è una Asp. Sono preoccupato da come si sta gestendo la vicenda Ismett in Sicilia. Avverto sintomi di «normalizzazione» di un’istituzione di rilevanza nazionale che in quindici anni ha ottenuto risultati straordinari grazie all’innovativo partenariato pubblico-privato con Upmc, una delle organizzazioni sanitarie più avanzate nel mondo”. Così il Sottosegretario al Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, Davide Faraone, interviene nel dibattito sul futuro dell’Istituto Mediterraneo di Trapianti.
“L’importanza strategica e vitale di questa struttura – continua Faraone – è ben chiara al governo e al parlamento nazionale che hanno approvato in Legge di Stabilità due commi che garantiscono un sostegno economico congruo alla sopravvivenza delle strutture. Spiace che qualcuno a livello regionale, invece, lascia intendere che l’Ismett agirebbe da privato con fondi pubblici, quasi a indicare che questi vengano utilizzati per finalità diverse da quelle per cui gli sono stati attribuiti. L’Ismett è un polo di eccellenza nazionale che, però, serve a far crescere l’intero sistema sanitario siciliano: proprio per questo motivo non può essere messa in atto alcuna azione di ridimensionamento”.
Secondo il Sottosegretario, inoltre, “la perdita del rapporto con Upmc lascerebbe l’Ismett scoperto di una guida fondamentale per il mantenimento e l’espansione della sua attività sanitaria, oltre a compromettere la progettazione e la gestione del centro di ricerche Ri.MED, con un danno di dimensioni incalcolabili per lo sviluppo e la reputazione internazionale della Sicilia e dell’Italia”.
“Mi risulta che i bilanci dell’Ismett – afferma il Faraone – sono certificati, approvati dal socio pubblico di maggioranza, Arnas Civico, noti e condivisi con l’Assessore Regionale alla Sanità. E proprio nell’ottica della sinergia si dovrebbe continuare a lavorare. Mi auguro, offrendo come governo nazionale la disponibilità a dare una mano in tal senso, che presto la Regione Siciliana, l’Arnas Civico e l’Ismett possano incontrarsi per trovare una soluzione alla questione. Una questione che non è solo siciliana: su questo polo d’eccellenza si gioca la credibilità del nostro Paese”.
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