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L’11 Settembre di Mister Paradiso: da Annapolis alla Sicilia, ogni anno, per non dimenticare…

Last updated on 30 settembre 2021

Ci sono dei riti, per ogni uomo. Per ogni persona, su questa terra, ci sono delle abitudini, delle tradizioni, da cui non ci si vuole distaccare. Non si è capaci lasciarle perdere, ed è qualcosa che viene da molto dentro.

Ogni tanto a Marsala arriva il signor Riccardo Paradiso. Ritorna a casa, ritorna nella città in cui è nato. Da cui se n’è andato quando era un bambino. Riccardo Paradiso dopo la guerra, con i suoi genitori, ha fatto la traversata che hanno compiuto molti dei suoi conterranei. La nave che attraversa l’oceano, l’arrivo a “Nuova Iorca”, e una nuova vita.
Vive ad Annapolis, il signor Paradiso, vicino Baltimora, nello Stato del Maryland. Nella vita ha fatto di tutto. E ha un gran senso della patria. In America insegnano questo, ad avere rispetto per il territorio in cui si vive, per lo Stato, per le Istituzioni. In Sicilia ti tramandano di non dimenticare le tue radici. Paradiso unisce tutto, e davanti la sua casa, ad Annapolis, ha due bandiere: quella a stelle e strisce, degli States, e la Trinacria, la bandiera siciliana.
Quando può torna in Sicilia, il signor Paradiso. Torna a Marsala. Da quindici anni a questa parte lo fa sempre in un periodo. Lo fa in coincidenza dell’11 settembre. Quest’anno ricorre il quindicesimo anniversario della Strage delle Torri Gemelle in cui morirono  tre mila persone. Torna qui, a Marsala, per commemorare nella sua vecchia città la gente che ha perso la vita quella mattina a New York.


Il viaggio da Annapolis a Marsala è lungo. Auto fino a Baltimora, poi trasferimento a Charlotte, nel North Carolina, volo per Roma. Da qui, lowcost per Trapani Birgi. Sta negli “States” da una vita, Paradiso, ma quando atterra da queste parti è sempre una grande emozione per lui, racconta. “Il mio sangue non ha globuli bianchi e rossi. Il mio sangue è bianco, rosso e verde. Mi sento siciliano e italiano anche da lontano”. Nel suo biglietto da visita ha stampati due mondi, e un ponte che li collega. “Quel ponte sono io”. Tempo fa aveva avviato con la città di Marsala un percorso di gemellaggio. Poi il sindaco Renzo Carini terminò la sua carica. Giulia Adamo preferì la provincia polacca di Nysa e adesso c’è Alberto Di Girolamo. A Marsala quest’anno il signor Paradiso è arrivato con alcuni documenti molto interessanti per il sindaco della città. Ci sono delle lettere di saluto e di ringraziamento alla città e al sindaco per celebrare l’anniversario dell’attentato dell’11 settembre. Una da parte del Governatore dello Stato del Maryland, Larry Hogan. Un’altra da parte del sindaco (il “Mayor”) di Annapolis, che comincia così: “Dear Dottore Alberto Di Girolamo…”. E poi c’è una “Proclamation of friendship e solidarity” destinata sempre al sindaco di Marsala da parte del capo della Corte di Annapolis, sarebbe il nostro presidente del Tribunale. Tutte in delle carpettine ben curate, con le foto del signor Paradiso durante gli incontri con queste personalità. Paradiso è stato nominato – si legge nella sua presentazione – ambasciatore per la pace ed ha partecipato alla Commissione per i diritti umani delle Nazioni Unite.

 

Prima di partire per l’Italia Paradiso aveva inviato una mail al sindaco, all’indirizzo istituzionale, ma nessuna risposta. Ieri però sono riusciti ad incontrarsi, e sono stati consegnati i documenti. Ha un gran rispetto per le istituzioni, il signor Paradiso. Tiene alla forma e alle presentazioni. Tiene soprattutto al ricordo, alla memoria, alla commemorazione di fatti che hanno segnato una generazione e che non devono più ripetersi. Gli chiediamo perchè lo fa. Perchè arriva a Marsala, da così lontano, per ricordare l’11 Settembre. “Che spiegazioni diamo ai nostri figli quando ci chiederanno ‘perchè finchè hai potuto non hai fatto nulla per migliorare questo mondo cattivo?’ Per fare qualcosa di buono per il mondo. Tutti parlano delle guerre, ma nessuno parla di come si possono risolvere”. Dà rabbia al signor Paradiso la mancanza di memoria. Gli mostriamo la foto che abbiamo pubblicato qualche giorno fa, con l’aiuola del ceppo celebrativo dell’11 Settembre sporca, non curata, e con un ombrello buttato lì, come fosse una pattumiera. La sua espressione quella di un uomo che viene pugnalato. Andiamo al ceppo celebrativo. “Me lo aspettavo più curato, con qualche fiore in più. Con più rispetto che meritano le tre mila persone che hanno perso la vita nelle Torri Gemelle”. Nel suo bagaglio ha tante foto di quella tragedia, le ha donate alla città di Marsala, anche queste. “Perché è importante – dice – che anche una città come Marsala, la mia città, non dimentichi questi fatti terribili”.

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