La guerra del pesce continua e nel mirino ci sono sempre i pescherecci mazaresi costretti ad allontanarsi parecchio dalle coste siciliane per trovare il pesce. In questo caso un peschereccio della flotta di Mazara del vallo, il “Michele Giacalone”, è stato assaltato da un altro motopesca turco mentre si trovava in acque internazionali, tra la Siria e la Turchia, a 27 miglia dalle coste turche.
La notizia è stata confermata dall’armatore Luciano Giacalone che si è recato in Capitaneria di Porto per denunciare il lancio di pietre e altri oggetti contro il peschereccio mazarese.
“L’Unione Europea ci dica, una volta e per tutte, dove dobbiamo andare a pescare.
Siamo rovinati”. Lo dice Luciano Giacalone, armatore del ‘Michele Giacalone’, assaltato a colpi di pietra da motopesca battenti bandiera turca mentre si trovava in battuta di pesca a 27 miglia dalle coste turche, in acque internazionali.
“È una situazione oramai insostenibile. Chi di dovere affronti la questione della sicurezza in mare per noi pescatori”. È l’appello di Mimmo Asaro, Presidente di Federpesca a Mazara del Vallo, dopo la notizia che un altro peschereccio di Mazara del Vallo, il ‘Michele Giacalone’ è stato assaltato con pietre lanciate da pescherecci turchi. Il motopesca si trova in acque internazionali, a 27 miglia dalle coste turche. Lo scorso 3 maggio lo stesso ‘Michele Giacalone’ era stato mitragliato dalla Guardia Costiera libica mentre si trovava nelle acque riconosciute dalla Libia come “zona esclusiva di pesca”. Dopo quell’abbordaggio, il motopesca si è spostato verso la Grecia, raggiungendo la zona di mare compresa tra Turchia e Siria.
“Occorre assicurare la sicurezza dei pescatori italiani e porre fine al far west che ha causato aggressioni, ferimenti e sequestri portando al dimezzamento della flotta siciliana di Mazara del Vallo nel giro di 10 anni”. Ad affermarlo è la Coldiretti Impresapesca in riferimento al lancio di pietre e altri oggetti contro il peschereccio mazarese da parte di un altro motopesca turco, che segue di qualche giorno l’attacco da parte di una motovedetta libica al peschereccio Aliseo. Una situazione che – denuncia Coldiretti Impresapesca – continua a mettere in pericolo la vita dei pescatori italiani che operano in quella area del Mediterraneo con la conseguente riduzione dell’attività di pesca che aprono tra l’altro la strada a un aumento delle importazioni dall’estero. Oltre alla sicurezza della flotta tricolore in gioco – conclude Coldiretti Impresapesca – c’è dunque un gravissimo danno per l’attività economica dell’intera marineria italiana, aggravando una situazione che negli ultimi 35 anni ha già visto scomparire quasi il 40% delle imbarcazioni.
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