La guida sul turismo del vino pubblicata da Lonely Planet boccia la Sicilia

La crescita internazionale dell’enoturismo trova conferma dall’ingresso di Lonely Planet, gruppo leader nel comparto media travel con 120 milioni di guide stampate nel 2013 in nove lingue, che uscirà a ottobre con il primo prodotto dedicato in lingua inglese. Si tratta di Wine Trails, 52 itinerari per trascorrere il weekend nelle terre del vino, con l’indicazione di 327 indirizzi dove soggiornare e degustare il prezioso nettare di Bacco.

L’altra notizia riguarda le scelte operate dai dieci autori che si sono dedicati alla guida e in particolare alla parte italiana. Alla Sicilia, infatti, i curatori hanno preferito la Sardegna, escludendo un’isola che comprende situazioni enoturistiche uniche come Pantelleria o l’Etna, per dare spazio alla terra del Cannonau e del Carignano, ottimi prodotti ma certamente derivanti da contesti meno suggestivi. Inoltre, per quanto riguarda la Toscana, la “Lonely” si è concentrata sul Chianti classico mentre a Bolgheri, territorio dove nascono i vini italiani che ottengono le più alte quotazioni alle aste internazionali come Masseto e Sassicaia, ha dedicato appena un riferimento introduttivo e nessun indirizzo. Certamente non era possibile inserire tutto il meglio in una guida che ragiona a livello mondiale e nella quale l’Italia ha comunque ottenuto il massimo numero di itinerari dedicati, 7 in tutto (gli altri comprendono Veneto, Piemonte, Alto Adige, Friuli Venezia Giulia e Puglia), al pari della Francia e dell’Australia (su quest’ultima Lonely Planet, essendo australiana, ha certamente avuto un occhio di riguardo). Ad ogni modo, non appena sarà messa in vendita (ma è già acquistabile on line all’indirizzo shop.lonelyplanet.com), la cosa non piacerà a produttori siciliani e della costa toscana. Tornando al prodotto, Wine Trails racconta i territori del vino di 20 Paesi del mondo. Ci sono le zone più celebri come Champagne e Borgogna in Francia (ma non Bordeaux!), così come Napa Valley e Sonoma negli Stati Uniti, ma anche qualche destinazione inaspettata come Meknes in Marocco o Batroun in Libano, fino a Kakheti in Georgia, Paese dove sarebbe nata la produzione vinicola nel lontano 4.100 a.C. “Abbiamo provato tutte queste esperienze nei nostri viaggi – si legge nell’introduzione dell’opera – osservando un tramonto in Italia con un calice di Prosecco o a un barbecue in Australia con uno Shiraz robusto, quando nulla più di un vino locale potrebbe essere più adatto a quel determinato momento”.

articolo tratto da wine.panbianconews.com