Last updated on 21 novembre 2021
Le imprese siciliane rischiano di affondare per i mancati pagamenti delle pubbliche amministrazioni.
Un maxi-debito da oltre sei miliardi di euro accumulato da Regione ed enti locali che neppure il decreto nazionale sul rimborso dei crediti — che potrebbe portare nell’Isola circa due miliardi — basterà a pagare.
«Gli enti locali devono fare presto perché rischiano di non avere i fondi necessari», avverte Confindustria.
Le risorse disponibili sono insufficienti e lasceranno senza un euro centinaia di aziende, rischiando di scatenare una “guerra tra imprese. Solo Confartigianato
con le sue 15 mila imprese associate vanta crediti per un miliardo di euro. Le cooperative invece sono 5000, comunica Legacoop, e chiedono arretrati per 500 milioni di euro.
La graduatoria sarà comunicata entro giugno e i criteri dovrebbero essere legati anzitutto all’anzianità dei crediti. Ma il timore di restare fuori dalla lista è forte. A Roma, intanto, prosegue il dibattito su un decreto che al momento esclude i debiti commerciali: in sostanza, i soldi non potranno essere utilizzati per rimborsare
servizi come quelli di raccolta dei rifiuti o socio-assistenziali, che rappresentano almeno l’80 per cento del totale. Quindi, non serviranno sicuramente per pagare i debiti con gli Ato. Piuttosto, serviranno a pagare appalti per opere pubbliche cominciate e non terminate proprio per mancanza di pagamenti da parte delle pubbliche amministrazioni. La deroga al patto di stabilità non riguarda comunque le spese correnti. I debiti riguardano tutte le amministrazioni. Ad esempio, per il palazzo di dieci piani che ospita a Palermo l’assessorato alla Formazione i proprietari attendono da 15 mesi l’affitto, per un totale di 440 mila euro.
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