Scomparso senza lasciare traccia in una storia che non ha mai smesso di appassionare e che ha sollevato mille domande ancora aperte: 80 anni fa svaniva improvvisamente nel nulla il fisico Ettore Majorana, il più silenzioso e schivo dei Ragazzi di via Panisperna che ruotavano intorno a Enrico Fermi. Capace di trascorrere giorni interi immerso nei calcoli, chiuso nella sua stanza, Ettore Majorana è sparito senza lasciare traccia il 27 marzo 1938. «Chi l’ha visto?» Era questo il titolo di una rubrica della Domenica del Corriere sulle cui colonne, il 17 luglio 1938, apparve il seguente annuncio: «Ettore Majorana, ordinario di Fisica all’Università di Napoli, è misteriosamente scomparso. Di anni 31, metri 1,70, snello, capelli neri, occhi scuri, una lunga cicatrice sul dorso di una mano. Chi ne sapesse qualcosa è pregato di scrivere». Le ultime notizie sul giovane scienziato, definito da Enrico Fermi un genio della statura di Galileo e di Newton, erano datate 26 marzo, quando da un hotel di Palermo aveva annunciato a un suo collega l’intenzione di imbarcarsi sul primo traghetto per Napoli. Poi non se ne seppe più nulla.
Fuga o suicidio: sono state le ipotesi che da allora hanno cominciato ad alternarsi senza mai trovare risposta. La sera della sua scomparsa Majorana era partito da Napoli, dove gli era stata offerta una cattedra, con un piroscafo diretto a Palermo. Aveva annunciato la sua intenzione di sparire in una lettera al suo amico di Napoli, Antonio Carrelli, ritrattata l’indomani con un’altra lettera. Aveva anche scritto alla famiglia, raccomando: “ho un solo desiderio: che non vi vestiate di nero”. Da allora in poi non ci sono state notizie.
Le indagini, scattate nei giorni successivi, non hanno portato a nulla e il suicidio è stata solo una delle innumerevoli ipotesi avanzate negli anni. Alcuni avevano pensato a una fuga in Germania, altri in Argentina sulla base di testimonianze lo avrebbero segnalato a Buenos Aires, altri lo avevano segnalato in Venezuela fra il 1955 e il 1959, tanto che su questa base la Procura di Roma aveva riaperto il caso nel 2011, subito archiviato.
Tra i familiari di Ettore Majorana c’è stato chi era convinto che avrebbe potuto chiudersi in un monastero. Un’altra ipotesi, rapidamente smentita, lo avrebbe identificato con un barbone particolarmente dotato per la matematica che vagava in Sicilia. Il caso, al quale aveva dedicato un libro anche Leonardo Sciascia, è tutt’altro che archiviato per i fisici, che continuano a studiare le teorie di Ettore Majorana.
Ci sono voluti 80 anni per riuscire a vedere la particella dalle proprietà stravaganti previste nel 1937, che sono contemporaneamente il loro opposto nell’antimateria, i cosiddetti “fermioni di Majorana”, visti solo nell’ottobre 2014. Un altro rompicapo è quello dei b. Per un momento nel 2011 i dati dell’esperimento Opera avevano fatto pensare ad una conferma, ma poi si sono rivelati frutto di un errore. La teoria è invece ancora lì, con l’ipotesi che in particolari condizioni le particelle possano assumere una massa ‘immaginaria’ che le svincolerebbe dalle equazioni imposte dalla teoria della relatività.