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La Sicilia al Vinitaly: premi per le cantine, sforzi per l'innovazione

Sicilia al Vinitaly. Come al solito, anche questa edizione, la cinquantesima, ha visto trionfare i vini siciliani . Ad esempio, vince il Vinitaly come miglior bianco, “Chara” di Feudo Disisa, cantina della famiglia palermitana Di Lorenzo. Si tratta di un blend di Catarratto e Inzolia che ha avuto 94 punti su 100. Il 5StarsWines – vini a cinque stelle – è il premio internazionale, concepito per le differenti categorie, che viene assegnato in occasione della manifestazione dedicata al vino e ai distillati che si tiene ogni anno a Verona ed è un riconoscimento sia alla qualità che all’impegno del produttore.

Le Cinque Stelle sono state assegnate a ben cinque diversi Marsala, tutti nati dalla cantina Intorcia. “P  La cantina Intorcia è stata l’unica all’interno del Padiglione Sicilia a proporre vari momenti di degustazione di finger food ideati e preparati dallo chef Peppe Agliano con l’idea di far gustare il vino Marsala anche ai più giovani. Il Riserva Ambra Dolce Heritage di Intorcia si è guadagnato il 14° posto della prestigiosa classifica, seguito dal Passito di Pantelleria “Ben Ryè” di Donnafugata, al 15° posto e terzo dei siciliani. A ricevere invece un riconoscimento innovativo, è la cantina Firriato di Paceco. Tra le prime in Italia a proporre “Caeles” una linea di vini biologici e vegani ha ricevuto per Nero d’Avola, Syrah e Catarratto la certificazione da DNV GL, uno dei principali enti di certificazione a livello mondiale.

Spazio anche alla grande ristorazione siciliana con la presentazione della guida 2016/2017 de Le Soste di Ulisse. Per il presidente dell’associazione, lo chef ragusano due stelle Michelin Ciccio Sultano, si tratta di “un importante appuntamento per rimarcare l’importanza delle migliori produzioni enogastronomiche per costruire una rinnovata immagine della Sicilia”. Le Soste di Ulisse è l’associazione che, nata nel 2002, riunisce fra i propri associati 32 ristoranti gourmet (tra cui i 13 stellati presenti in Sicilia), 20 charming hotel e 2 maestri pasticceri. Le Soste di Ulisse si avvalgono, inoltre, di sette chef ambasciatori del gusto che sostengono l’associazione in Italia ed all’estero: Massimiliano Alajmo, Massimo Bottura, Heinz Beck, Gennaro Esposito, Peppe Giacomazza, Nino Graziano e Davide Scabin, che da tempo ormai sono al fianco dell’associazione. Fanno parte de Le Soste di Ulisse una collezione di cantine che raccoglie le migliori espressioni enologiche siciliane. L’appuntamento di oggi è dedicato proprio a loro, che rappresentano a Verona la Sicilia del vino. E sulle Soste di Ulisse è ancora Sultano a parlare “della nostra associazione possono entrare a far parte solo i ristoranti e gli hotel che rispettano i nostri rigidi criteri di qualità e che sono impegnati quotidianamente nella valorizzazione della Sicilia e delle sue migliori produzioni. In questo percorso, accanto a noi, ci sono tante cantine che ci sostengono e che condividono i nostri valori ed i nostri obiettivi”. E dopo la prestigiosa presenza alla più grande ed importante manifestazione vinicola italiana, la chef Ciccio Sultano dà appuntamento a novembre a Palermo dove “ organizzeremo la nostra festa per promuovere il continente siciliano e le cantine siciliane avranno un ruolo di primo piano per portare, grazie a Le Soste di Ulisse, la Sicilia nel mondo ed il mondo in Sicilia”. 

CRACOLICI.  “La Sicilia deve scrollarsi di dosso gli stereotipi del racconto negativo che si è cucita addosso: per questo motivo lanceremo il brand ‘Sicily Sweet Island’”

Lo ha detto l’assessore regionale all’Agricoltura Antonello Crocolici nel corso del confronto con Oscar Farinetti su vino, bellezza e narrazione che si è tenuto ieri al padiglione della Regione Siciliana, nella seconda giornata del Vinitaly a Verona.

“Alla Sicilia del lamento e della rassegnazione va contrapposta una narrazione opposta: qui al Vinitaly, tra i produttori siciliani, non ho visto rassegnazione e lamento, ma speranza e voglia di fare: e’ questa la Sicilia che dobbiamo raccontare – continua Cracolici.”

“Il dialetto siciliano per sua natura declina il passato anche quando si parla del presente. La Sicilia deve cambiare la ‘grammatica’ del suo racconto provando a coniugare i verbi al futuro, legando il grande patrimonio culturale del passato ad una strategia di promozione delle eccellenze che guardi avanti – conclude l’assessore regionale all’Agricoltura. La qualità da sola non basta, serve anche un’ organizzazione della qualità ed una nuova narrazione per far conoscere il volto migliore della Sicilia in tutto il mondo”.

VITICOLTURA 2.0  Al padiglione Sicilia del Vinitaly 2016 si è parlato anche di Viticoltura 2.0. Sono sempre più, infatti, le startup siciliane che s’interessano ad enogastronomia e turismo e sono anche state presentate alcune aziende incentivate dall’incubatore “Digital Magics Palermo”.

«Il nostro progetto – spiega l’imprenditore Alessandro Arnetta – va avanti da dodici anni in ambito nazionale. Oggi l’interesse che abbiamo nell’isola è quello di dare un orientamento che riguardi il mondo del food, dell’agritech e del turismo. Del resto, le performance del vino sono molti interessanti, anche se non sfruttate a dovere. Per questo speriamo di dare una bella spinta al mondo della vendita al dettaglio ».

Durante l’incontro – introdotto da Giuseppe Longo, direttore di Assovini, che ha spiegato come gli eventi organizzati dall’associazione di categoria si rivolgano sempre più al mondo del web rispetto a quello dei media tradizionali – sono state presentate alcune startup incentivate dall’incubatore, come un portale online dedicato alla vendita al dettaglio, ma anche startup che si occupano di social media nell’ambito enogastronomico e robotica applicata alla viticoltura. A seguire l’area business del padiglione Sicilia ha ospitato l’incontro “Igers Academy per la promozione dei prodotti vitivinicoli”, incentrato sull’utilizzo del social network Istagram per far conosce il settore ai più giovani.

 

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