Last updated on 7 marzo 2021
La legge di stabilità, che sarà definitiva tra due giorni, ormai certifica lo scippo di un miliardo di euro ai danni della Sicilia. Alla Regione il governo Renzi ha tolto i fondi Pac, che non erano stati spesi, e che invece ora serviranno a finanziare una misura per favorire le assunzioni nelle imprese in Italia.
Prendiamo una provincia siciliana a caso: Ragusa. Ecco cosa si perde: trenta sono i milioni per i collegamenti fra l’autoporto di Vittoria, l’aeroporto di Comiso, il porto di Pozzallo e parte per la «514» Ragusa-Catania; 58 milioni destinati al completamento della Siracusa-Gela, l’ammodernamento della Santo Stefano Camastra- Gela, 7 milioni per migliorare la sicurezza sulle arterie stradali dell’isola.
Persi anche i 20 milioni che servivano per bonificare l’isola dall’amianto.
Il taglio più grosso riguarda gli anziani, i minori e l’infanzia, che perdono circa 250 milioni di euro. Il fatto è doppiamente grave. Perché il Governo Renzi ha già ridotto di due terzi circa i fondi della legge nazionale n. 328 (legge sulle attività sociali). Questi fondi, secondo gli accordi che Renzi non ha mantenuto, avrebbero dovuto sostituire in parte le risorse tagliate dalla legge 328.
A rischio sono anche i circa 250 milioni destinati alla Formazione professionale (terza annualità dell’Avviso 20), ai Tirocini formativi e alle altre azioni previste dal Piano Giovani. Qualcosa in più si capirà leggendo il testo della legge pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale.
Saltano i 45 milioni di euro per l’ultimo lotto dell’autostrada Siracusa-Gela. Saltano 25 milioni di euro per la strada a scorrimento veloce Nord-Sud (la Mistretta-Gela). Saltano i 30 milioni di euro che sarebbero dovuti servire per le strade di collegamento dell’aeroporto di Comiso.
Scompaiono quasi 60 milioni di euro che sarebbero dovuti servire per le strade provinciali della Sicilia, praticamente abbandonate da due anni. Saltano anche100 milioni di euro per il rischio idrogeologico.
Addio a 75 milioni di euro per la cosiddetta banda larga. E addio a 110 milioni di euro che erano destinati alle scuole siciliane.
Saltano anche 40 milioni di euro di credito d’imposta.
Il commento di Salvo Ferlino, presidente dell’Ance Sicilia, è spietato: «Siamo senza parole, di fronte alla scarsa incidenza e alla sommessa reazione della deputazione siciliana a Roma che dovrebbe essere tutta impegnata a frenare questa norma che andrebbe quasi esclusivamente a vantaggio dell’economia del Nord Italia».
«Con molta probabilità, a Roma pensano che la Sicilia sia una regione straniera, forse una colonia. Non si spiega altrimenti questo incredibile taglio di risorse, che potrebbe raggiungere il miliardo di euro».
Non ha peli sulla lingua Paolo Amenta, vice presidente dell’ANCI Sicilia. Che aggiunge: «Questo taglio di risorse fa il paio con la mancata applicazione, nella nostra Isola, della legge nazionale numero 42 del 2009. Mi riferisco alla legge sul federalismo fiscale, articoli 23 e 27. Ovvero la perequazione fiscale e infrastrutturale. I Comuni siciliani aspettano ancora queste risorse. Li aspetta tutta la Sicilia per colmare il divario infrastrutturale con il resto del Paese. Invece arrivano questi nuovi tagli. Incredibile. Lo ribadisco: a Roma pensano che la Sicilia sia un Paese straniero».
«E dire che questi temi, come ANCI Sicilia – aggiunge Amenta – li abbiamo posti in tempi non sospetti. In occasione della visita di Renzi a Catania ci saremmo aspettati che il Sindaco di questa città, Enzo Bianco, in virtù della sua autorevolezza, affrontasse questi problemi. Invece abbiamo registrato il silenzio assoluto. L’abbiamo fatto notare proprio perché riconosciamo a Bianco un ruolo importante, anche in virtù degli incarichi di governo che ha ricoperto. Invece siamo stati richiamati al silenzio dal solito Solone di turno, secondo una logica omertosa e staliniana. Se la sinistra siciliana è questa, beh, siamo veramente messi male».
«Le più vive congratulazioni ai Governi Renzi e Crocetta – aggiunge Maurizio Lo Galbo, presidente di ANCI Sicilia giovani – colpevoli in egual misura dello scippo compiuto ai danni della nostra Isola e delle sue speranze. Il via libera alla finanziaria nazionale sancisce la perdita di fondi indispensabili allo sviluppo della Sicilia, alle prese con una crisi economico-sociale e occupazionale drammatica. Verranno cosi a mancare all’appello risorse utili per i Tirocini del Piano Giovani, ma anche per la cassa integrazione. L’amara realtà è che queste stesse somme verranno adesso impiegate per gli incentivi alle assunzioni da parte di imprese, per lo più del Centro-Nord: un altro schiaffo alle ragioni del Meridione e un’altra occasione mancata per la ripresa della nostra economia e per il contrasto alla galoppante disoccupazione, soprattutto quella di noi giovani».
Duro anche il commento del parlamentare nazionale del Pid-Cantiere Popolare,Saverio Romano, che ricorda la confusione registrata al Senato in occasione dell’approvazione di questa legge di Stabilità: «L’Esecutivo ha presentato un testo pieno di errori e di imprecisioni, dovute al fatto che l`assalto alla diligenza che proclama di avere evitato, in realtà lo ha compiuto per i propri interessi di bassa lega. Nessuna politica in favore delle piccole e medie imprese e del Mezzogiorno, penalizzato dal governo Renzi con il ritiro delle somme del Piano di azione e coesione sociale: un miliardo di euro scippato alla Sicilia da Renzi, con la complicità del governo Crocetta, del Pd, del Nuovo centrodestra democratico e dell’Udc. Questo il progetto rivoluzionario del governo Renzi, con una manovra rabberciata e miope, figlia della fretta e senza strategie. Il Paese si svegli: siamo in un regime, con un Governo tanto scarso quanto arrogante, e con un Parlamento chiamato solo a ratificare».
«Il Governo Crocetta reclami quanto dovuto alla Sicilia ed ai siciliani – dice il parlamentare regionale del gruppo misto, Girolamo Fazio – perché se è vero che la Regione siciliana ha avuto una ridotta capacità di spesa, per soli 500 milioni, non riuscendo a produrre una progettazione mirata agli obiettivi del Pac (investimenti infrastrutturali, misure anticicliche per le imprese e viabilità etc..), è altrettanto vero che sarebbe stata possibile, come già fatto in passato, una riprogrammazione (se ne contano ben 5 precedenti fino all’ultima del novembre 2013) se vi fosse stata un’autentica intesa politica tra il Governo di Roma e quello di Palermo, entrambi di marca Pd, ma quanto mai l’uno distante dall’altro. A meno che anche questo scippo, non annunciato – aggiunge Fazio – faccia parte di quel piano di quasi commissariamento che sembra essere sotteso all’ultimo ed ennesimo rimpasto della giunta Crocetta».
Di fregatura parla Giosue Malaponti, del Comitato pendolari siciliani. «Il Piano di azione e coesione – dice – doveva accelerare l’attuazione della programmazione 2007-2013, rafforzare l’efficacia degli interventi orientandoli a risultati misurabili e concentrare le risorse avviando nuovi investimenti sul territorio. Avrebbe dovuto rilanciare i programmi in grave ritardo, garantendo una forte concentrazione delle risorse su poche priorità. Il Presidente del Consiglio Renzi, nella visita catanese, aveva proferito parole di speranza e di sviluppo per la nostra Sicilia annunciando investimenti per far ripartire sviluppo ed economia. Ma nella legge di stabilità, in barba a quanto annunciato dal Presidente Renzi, vengono tagliate le risorse per le infrastrutture siciliane. Questo è il regalo che i nostri parlamentari siciliani hanno portato a casa per questo Natale».
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