Il provvedimento per dichiarare lo stato di emergenza in Sicilia, dopo la frana che ha spezzato in due l’Isola con la chiusura dell’A19 Palermo-Catania, potrebbe arrivare già nel Consiglio dei ministri di venerdì mentre è a buon punto la valutazione delle esenzioni proposte dagli autostrasportatori dell’area interessata per fronteggiare tutti i disagi a cui stanno andando incontro da quando hanno ceduto i piloni del viadotto Himera Il ministro delle Infrastrutture, Graziano Delrio è al lavoro sul dossier relativo alla frana che ha interessato l’autostrada che collega le due città più grandi dell’Isola. Alcune misure saranno presto adottate per fronteggiare la situazione che vede anche lievitare la stima dei costi, inizialmente ipotizzati in 30 milioni di euro, ma ora forse arrivati a circa 300.
Il ministero starebbe valutando le richieste degli autotrasportatori siciliani, le cui associazioni Aias e Aitras hanno proclamato il fermo dal 25 al 29 maggio 2015. In particolare, il ministero valuta l’esonero dal pedaggio per i veicoli pesanti sulle autostrade Palermo-Messina e Messina-Catania, che sono l’alternativa all’autostrada diretta Palermo-Catania, interrotta per il cedimento del viadotto Himera.
Secondo la Coldiretti, ogni azienda agricola siciliana avrebbe pagato mediamente cento euro in più a camion, come sovrapprezzo per i maggiori costi dell’autotrasporto causati dall’interruzione dell’autostrada, a causa dei consumi di carburante, dei pedaggi e del secondo autista. Sono spese che “non possono essere sostenute”. Anche l’associazione degli agricoltori chiede l’abolizione dei pedaggi per i camion e, inoltre, l’uso del porto di Augusta per attivare nuove autostrade del mare.
Il Governo è al lavoro per portare la dichiarazione di stato di emergenza in Cdm. Delrio ha inviato oggi al capo della Protezione Civile Fabrizio Curcio la comunicazione del reperimento da contratto Anas delle risorse necessarie per realizzare il collegamento provvisorio e delle opere di consolidamento dell’area adiacente nonché di quelle di messa in sicurezza, con l’intenzione di proporre il provvedimento al Cdm di venerdì.
In base alle richieste della Regione Sicilia la Protezione civile sta valutando la possibilità di estensione dell’intervento anche ad altre aree. Come è ovvio il costo lieviterebbe e secondo alcune indiscrezioni potrebbe arrivare fino a 345 milioni.
Scrive Coldiretti:
«un’azienda che trasporta prodotti agricoli da Palermo al Siracusano a causa del crollo del pilone dello scorso 10 aprile ha già speso, in media, 3.200 euro a camion. Sono 100 euro al giorno in più determinati dal costo del carburante e del doppio autista a cui va sommato il consumo del mezzo. Per gli agricoltori si tratta di spese che non possono essere sostenute».
La Coldiretti siciliana sottolinea che il crollo del pilone sta provocando un vero e proprio disastro per il settore.
«La chiusura dell’A19 sta facendo sprofondare tutti nella disperazione per l’impossibilità di percorrere in tempi ragionevoli le alternative possibili. Gli imprenditori agricoli, costretti ad un aumento vertiginoso dei costi di trasporto, hanno ormai superato la soglia di tolleranza e per questo occorre avviare immediatamente i lavori previsti e trovare soluzioni alternative valide come l’immediata attivazione del porto di Augusta per il trasporto delle merci e l’abolizione del pedaggio sulla Palermo- Messina-Catania. I produttori che devono raggiungere i due poli dell’isola rinunciano alle opportunità commerciali. Gli imprenditori siciliani, così come tutti i cittadini non possono più aspettare che si completino gli aspetti burocratici per dichiarare lo stato d’emergenza. Alla vigilia della stagione turistica, inoltre, i tour operator stanno disdicendo le vacanze per l’ impossibilità di viaggiare».