Strutture dell’Asi di Agrigento costruite con “calcestruzzo non rispondente a criteri che garantiscano la sicurezza degli immobili e delle persone”. Per questa ragione l’assessore regionale alle Attività produttive, Marco Venturi ha invitato il dipartimento Attività produttive “a porre in essere, con la massima urgenza, ogni utile attività finalizzata a garantire sia la sicurezza delle persone, sia il risarcimento del danno economico-patrimoniale che eventualmente è stato arrecato al Consorzio ASI di Agrigento ed alla Regione Siciliana”.
Venturi ha chiesto all’autorità giudiziaria di verificare, per le proprie competenze, i diversi profili di responsabilità trasmettendo alle Procure della Repubblica di Agrigento e di Palermo ed alla Corte dei Conti, una relazione, con elaborati e analisi di laboratorio, redatta dalla società “4 Emme Service spa” (specializzata nell’esecuzione di prove sperimentali su strutture), in quanto è stata verificata una significativa carenza della resistenza di alcune strutture di proprietà dell’Asi di Agrigento, tra le quali la sede del Consorzio.
La suddetta società era stata incaricata (ad agosto) dall’ex commissario dell’Asi di Agrigento, Alfonso Cicero, di effettuare i prelievi e le prove sugli edifici del “Centro integrato per servizi sociali reali e tecnologici di innovazione d’impresa”, ubicato nell’Area Industriale di Aragona e Favara.
Si tratta di un imponente “complesso” – per il quale sono stati spesi circa 14 milioni di euro di denaro pubblico – composto da 4 edifici di svariate migliaia di metri quadrati in cui è ubicata anche la sede dell’Asi. Il secondo edificio, in atto vuoto, è destinato al distaccamento dei Vigili del Fuoco mentre gli altri due edifici – destinati al Centro Fieristico e all’Incubatore d’Impresa – sono inutilizzati e abbandonati.
L’impresa che ha realizzato le opere (in affidamento diretto) è l’Impresal srl, la stessa che a giugno aveva proceduto al pignoramento delle somme dell’Asi per via di una sentenza, irresponsabilmente non appellata dagli ex vertici consortili, che imponeva al Consorzio la corresponsione di circa 1 milione di euro oltre agli interessi maturati per un contenzioso originato dai suddetti lavori.
“Cicero aveva deciso di fare verificare la caratteristica della resistenza dei predetti edifici, a seguito di recenti notizie di stampa da cui si evinceva che nei confronti della Impresal srl erano stati emessi provvedimenti giudiziari per ipotesi di truffa in pubbliche forniture nell’ambito della realizzazione del nuovo Ospedale San Giovanni Di Dio di Agrigento, costruito con l’uso di materiali scadenti e cemento depotenziato”.
Secondo la relazione elaborata dalla “4 Emme Service spa” risulta che “per nessuno dei corpi di fabbrica esaminati il valore della resistenza del calcestruzzo in opera soddisfa il valore dalle prescrizioni di progetto”. E’ altresì, evidenziato che “le attuali norme tecniche per le costruzioni (D.M. 14/01/2008 capitolo 8.3) recitano espressamente che nel caso di edifici esistenti è obbligatoria la valutazione della sicurezza qualora siano stati provati gravi errori esecutivi. Il che appare essersi configurato nel presente caso”, ovvero nell’edificio in cui ha sede l’Asi.