Last updated on 28 febbraio 2021
L’assessore regionale dell’Agricoltura, Nino Caleca,referente nazionale e coordinatore tra le Regioni delle iniziative in materia di Imu agricola, ha presentato alla Commissione nazionale delle Politiche agricole le proposte per la modifica della norma che ha introdotto il pagamento dell’Imu agricola.
“La Regione Siciliana e’ stata quella che ha sollevato il problema a livello nazionale – dichiara Caleca – ed e’ importante che le altre regioni ci abbiano riconosciuto il coordinamento nazionale.
Sin dal primo momento abbiamo avversato la norma introduttiva dell’Imu agricola, ritenendola fortemente penalizzante per quelle regioni, come la Sicilia, che l’Unione Europea sostiene in quanto obiettivo 1 e che lo Stato italiano penalizza con tasse che rischiano di deprimere ancora di piu’ gli imprenditori.
La proposta appena inviata al Presidente della CPA perche’ la sottoponga al Ministro dell’Agricoltura Martina – continua l’assessore – e’ frutto di un confronto con tutte le altre regioni e mira a ripristinare una situazione di forte discriminazione”.
La proposta formulata dall’assessore Caleca prevede, per l’anno in corso, la sospensione di tutti i pagamenti, in attesa della sentenza del Tar Lazio sul ricorso presentato dall’Anci, la necessita’ di ristabilire una condizione di equita’ tra imprenditori agricoli professionali e coltivatori diretti, introducendo l’esenzione a prescindere se gli stessi risultino operanti in montagna o in altre situazioni orografiche. E ancora, un adeguamento strutturale delle regioni in ritardo di sviluppo, attraverso l’esenzione di tutti gli imprenditori agricoli che si impegnano e realizzino almeno uno dei progetti previsti dalle misure del PSR 2014-2020, almeno fino a quando non si esaurisce la fase di programmazione di cui al P.S.R. 2014/2020.
Per l’anno 2016 la proposta prevede, invece, la soppressione del tributo “Imu-Terreni agricoli” su tutto il territorio nazionale e l’abrogazione della legge 24 marzo 2015 n.34 di conversione del Decreto Legge 24 gennaio 2015 n.4, “facendo cosi’ salvo il principio che la terra, in quanto fattore di produzione, non puo’ e non deve essere tassata. In alternativa – conclude Caleca – qualora il Governo non voglia accogliere la richiesta di soppressione del tributo appare opportuno proporre l’adozione di alcune modifiche”.
Tra le altre, l’adeguamento dei criteri di determinazione in modo da commisurare il tributo all’effettiva capacita’ reddituale dell’impresa o all’effettivo valore economico del fattore di produzione ‘terra’, la ridefinizione delle zone soggette a vincoli naturali o ad altri vincoli, e l’esenzione per le aree interne e marginali.
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