L’Ance Sicilia preannuncia che a breve falliranno centinaia di imprese edili e che saranno licenziati migliaia di dipendenti, se il governo regionale non riuscirà ad ottenere in tempi celeri da quello nazionale l’esenzione dei fondi Fas dal Patto di stabilità, al fine di sboccare i pagamenti per opere eseguite che, altrimenti, saranno postergati al prossimo anno.
“Non siamo più in condizione di pagare stipendi, fornitori e adempimenti fiscali – dichiara il presidente di Ance Sicilia, Salvo Ferlito – e nel frattempo sulla vicenda è calato un preoccupante black-out di informazioni. Sappiamo – aggiunge Ferlito – che l’assessore regionale all’Economia, Gaetano Armao, si trova da ieri a Roma per tentare di ottenere qualcosa dal governo centrale. Ma il fatto che non si riesca a sapere nulla di questi incontri è inquietante. Non comunicare difficoltà o eventuali dinieghi ci impedisce di intervenire e serve solo a rinviare un esito negativo che vorremmo evitare ad ogni costo”.
“La politica non pensi solo alla campagna elettorale e a garantirsi i bacini di consensi clientelari e assistenziali – conclude Ferlito – , ci dia subito risposte. Se entro pochi giorni non sapremo quando la Regione sarà in grado di sbloccare i nostri crediti, chiederemo ai sindacati di scendere in campo con noi per chiedere con urgenza un incontro diretto col premier Mario Monti e col ministro dell’Economia Vittorio Grilli, ai quali vogliamo spiegare le disastrose conseguenze sociali che avrebbe il caparbio mantenimento di principi ragionieristici. Conseguenze ben più gravi e devastanti, per dimensioni e per impatto sociale e sull’ordine pubblico, che avrebbero le vertenze Alcoa, Sulcis, Ilva e Gesip messe insieme e per le quali, invece, la politica e il governo nazionale sono tanto impegnati”.