Sostenere la patrimonializzazione per ampliare i volumi di garanzie concessi dai confidi alle Pmi, garantire la sostenibilità economica e finanziaria minacciata da crescenti volumi di sofferenze, una definizione completa di un quadro normativo di riferimento, semplificazione degli adempimenti. Sono le quattro priorità per il sistema dei Consorzi fidi del nostro paese definite da Assoconfidi, l’associazione che raggruppa le Federazioni dei Consorzi gidi del nostro Paese e dunque un sistema fatto da 1,2 milioni di imprese con 46 miliardi di finanziamenti.
Priorità che nascono da una considerazione semplice: «Il mercato del credito non funziona più nel garantire una adeguata distribuzione dei finanziamenti all’economia reale e alle micro piccole e medie imprese – si legge in un annuncio a pagamento pubblicato nei giorni scorsi -. Va pertanto orientato attraverso una efficace politica economica della garanzia. Occorre impiegare risorse pubbliche in modo più efficiente attuando una riforma strutturale delle misure esistenti, a partire dal fondo di garanzia delle Pmi, valorizzare i Confidi attraverso una vera sinergia tra il sistema privatistico e quello pubblico. Per agire a favore delle Pmi e dello sviluppo economico e sociale del Paese». Da qui anche le proposte come quella di accelerare l’attuazione della Legge di stabilità 2014 sul fronte della patrimonializzazione dei Confidi. Ma Assoconfidi propone anche di intervenire con «politiche che rendano più immediato l’utilizzo dei Fondi comunitari, nazionali e regionali, a partire dal Fondo di garanzia Pmi; il coinvolgimento dei Confidi nel progetto di costituzione della bad bank; la costituzione dell’organismo dei Confidi minori per l’efficienza del sistema e la rapida attuazione della Legge delega di riforma dei Confidi».
Per quanto riguarda il Fondo di garanzia Pmi, Assoconfidi chiede di intervenire con la «Riserva di una quota delle risorse del Fondo a favore della controgaranzia; con il riequilibrio della copertura del Fondo in garanzia diretta e in controgaranzia; con la presenza di rappresentanti del sistema dei Confidi nella governance del Fondo di garanzia delle Pmi».
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