L’inchiesta della Procura di Palermo sulle spese pazze dell’Assemblea regionale siciliana che coinvolge 97 tra deputati, ex deputati e portaborse «è solo all’inizio». È il commento del Procuratore aggiunto di Palermo, Leonardo Agueci, che coordina l’inchiesta sul presunto utilizzo illecito dei fondi destinati ai gruppi parlamentari. Ieri sono stati notificati dalla Guardia di Finanza tredici avvisi di garanzia agli ex capigruppo della scorsa legislatura: gli interrogatori partiranno il 24 gennaio. Sotto la lente di ingrandimento degli investigatori non ci sono solo gli acquisti fatti da alcuni deputati, dai fumetti Diabolik, alla biancheria intima, dal pagamento di una multa a un gioiello, da una borsa Vuitton a una sciarpa Hermes. Tra gli indagati anche Davide Faraone, il deputato del Pd responsabile del welfare nella segreteria di Matteo Renzi che si difende: «Mi contestano la spesa di 3.500 euro, dimostrerò che è stata legittima». Si difende anche l’ex capogruppo del Pd all’Ars Antonello Cracolici: «Sono sereno ho operato nel rispetto delle regole formali e sostanziali con sobrietà e rigore».
L’ingente quantitativo di carte e documentazione vagliata dalgli uomini militari del Nucleo della tutela spesa pubblica della Guardia di Finanza sarà inviata anche alla Corte dei Conti. Le fiamme gialle hanno chiesto l’autorizzazione per l’invio dei documenti ai magistrati contabili alla Procura che ha dato l’assenso. Il reato penale ipotizzato é il peculato mentre la Corte dei conti dovrebbe accertare il danno erariale.