Negli ultimi mesi si è accesa una discreta polemica attorno al destino della Tonnara di Scopello, a Castellamare del golfo, sulla costa trapanese. Come Legambiente, abbiamo sentito e letto cose che non corrispondono al vero e cose che non condividiamo. Per questo, ora che i toni si sono abbassati, vorremmo fare chiarezza su alcuni punti che hanno dato adito a numerosi fraintendimenti in ordine al sito, alla sua natura e alla sua gestione. Per farlo, occorre anzitutto una premessa.
A parte lo stabilimento di Favignana recuperato dalla Regione con un investimento di alcuni milioni di euro, tutte le altre tonnare siciliane sono state stravolte, mortificate, vandalizzate. Sono diventate residence, ristoranti, discoteche, o semplicemente sono state abbandonate al degrado e i palischermi e le altre attrezzature utilizzate per la pesca del tonno sono stati rovinati dall’incuria o rubati.
L’unica tonnara che si è salvata da questo triste e violento destino è quella di Scopello, una delle poche con un vincolo di tutela applicato e attivo dal 1984. Un luogo dove è ancora possibile, per intero, “leggere” l’architettura e la tipologia degli spazi e delle strutture dove per un breve periodo dell’anno vivevano comunità di uomini e donne, impegnate nella pesca e nella lavorazione dei grandi pesci pelagici.
Oggi il sito è oggetto di un confronto tra chi vuole continuare a difendere questa storia e la sua vocazione culturale e paesaggistica e quanti vogliono trasformarlo in un lido balneare, in un caotico e indistinto luogo, come ne esistono tanti altri, dove farsi il bagno. Tra i primi c’è Legambiente, tra i secondi l’attuale amministrazione comunale.
Questo scontro durante l’estate ha animato il dibattito sull’uso di quel tratto di costa. Un dibattito condito da una serie di inesattezze che hanno portato, anche le persone in buona fede, a errate conclusioni.
Vale dunque la pena sgombrare il campo da alcuni equivoci di fondo che hanno fatto gridare allo scandalo contro Legambiente che rinnegava se stessa difendendo i privati, magari dietro lauto compenso, e negando il diritto al libero e pubblico accesso al mare.
La Tonnara di Scopello è proprietà privata e non è una spiaggia. E questo riguarda gli immobili come gli spazi antistanti. Basta guardare anche una foto per verificare che non esiste spiaggia, né di sabbia, né di ciottoli. Semplicemente, iniziano il mare e la scogliera, com’è normale, del resto, visto che si tratta di una tonnara. Non c’è demanio pubblico balneabile da rivendicare, semplicemente perché non esiste fatta eccezione per qualche scoglio. La sua aspirazione, la sua natura e la sua storia pluricentenaria sono altro. Ma non è comunque questo il punto.
Il punto è il modello di gestione dei beni culturali. Se nei paesi latini l’unico modello esistente è stato lungamente quello pubblico, in quelli anglosassoni il potere pubblico ha spesso mantenuto il ruolo di regolatore sostenendo la gestione privata a condizione che fosse garantita la pubblica fruizione. Si pensi, per esempio, ai castelli nel Regno Unito o ai grandi musei negli Stati Uniti. Le ridotte finanze e i vincoli di bilancio europei hanno costretto anche paesi come l’Italia e la Francia ad avvicinarsi sempre di più al modello anglosassone.
Legambiente sostiene la tutela del bene attraverso un modello di gestione virtuoso che riduca la pressione antropica, limitandola ad attività coerenti con la conservazione dell’immagine legata alle attività della tonnara.
Per questo chiediamo da tempo alla proprietà di potenziare la fruizione museale, che non può rimanere secondaria rispetto ad altre attività economiche anch’esse utili per il mantenimento della struttura, compresa la balneazione che va certamente ridotta ad attività marginale.
E’ lo stesso approccio che stiamo usando, seppur a parti invertite, alla Scala dei Turchi a Realmonte, dove un privato vorrebbe sfruttare gli enormi flussi turistici che rischiano di cancellare quella straordinaria scogliera di marna bianca. In quel caso stiamo chiedendo a Comune e Regione di drenare questi flussi per ridurre l’impatto antropico (scelta peraltro già sperimentata con evidente successo alla Spiaggia dei conigli di Lampedusa dove Legambiente è l’ente gestore della riserva naturale).
Legambiente non ha alcun interesse “privato” nel difendere questo sito dall’assalto indiscriminato o, peggio, dalle mire speculative di chi vorrebbe farci i soldi senza alcun titolo. Anzi, il suo interesse è squisitamente pubblico e corrisponde alla tutela e alla conservazione di un bene importante e unico come la tonnara. Un interesse che dovrebbe essere condiviso dall’amministrazione comunale, che invece – incredibilmente – si preoccupa di garantire la balneazione in un luogo che non è una spiaggia, ma dovrebbe essere piuttosto un museo.
In Sicilia esistono luoghi straordinariamente belli. Per difenderli e tutelarli, spesso occorre porre limiti, anche drastici, alla loro fruizione indiscriminata.
A Scopello, vogliamo che i turisti possano scoprire e apprezzare l’antica tonnara, evitando che diventi un banale lido balneare. Se partiamo da questo approccio, radicalmente diverso da chi vuole solo prendersi la tintarella, vendere birre e staccare i biglietti di un parcheggio, ci sarà anche lo spazio per fare un tuffo, prevedendo il numero massimo di visitatori che il sito può sopportare e pretendendo magari di farlo senza nuotare in mezzo a motoscafi e barconi, che il Comune di Castellamare del golfo e la Capitaneria di porto dovrebbero tenere a debita distanza dai faraglioni, anche per salvaguardare la posidonia e il percorso di archeologia subacquea realizzato dalla Soprintendenza del mare.
Se il Comune avesse davvero a cuore la valorizzazione di questo luogo magnifico, dovrebbe unirsi a Legambiente nel chiedere ai proprietari una migliore gestione del bene. L’approccio che ha tenuto finora è tanto sbagliato che anche il Tar ha annullato le sue ordinanze di “libero accesso”.
Così stanno le cose e così la pensa Legambiente. Questo, al momento, ci divide profondamente da chi si batte propagandisticamente e demagogicamente per il “mare libero”, da chi utilizza i social network per esprimere pensieri e giudizi in libertà celandosi dietro lo schermo di un computer. La Tonnara di Scopello è un luogo unico, testimone della fatica di chi ci ha lavorato per secoli nel rispetto del mare e delle sue risorse, in cui natura e architettura si fondono in un equilibrio delicatissimo e prezioso.
Con chi vuole discutere seriamente sul migliore modo per rendere tanta bellezza disponibile al maggior numero di persone possibile siamo – come sempre – disposti a ogni confronto.
(Gianfranco Zanna – Direttore di Legambiente Sicilia)
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