Last updated on 21 novembre 2020
di Carlo Ramo
Letizia Battaglia non è mai stata appassionata di auto (credo non abbia neanche la patente) e non ha mai avuto dimestichezza né con la foto “posata”, né con quella paesaggistica, tantomeno con la gestione della luce e del colore. E si vede.
Personalmente trovo le foto assolutamente banali e prive di qualsiasi motivo di stimolo. Se fossero state scattate da un fotografo “senza nome” certamente non sarebbero neanche rimaste nel suo archivio. Ma così è. Nel marasma generale del nulla in cui viviamo, non conta più l’opera, ma chi la fa. E ciò che fa più specie è che una donna “anti sistema” come lei, si sia prestata a questo giochino di piccolo marketing quotidiano.
Il vecchio assioma “bene o male, purché se ne parli” è più una vulgata che un dato reale.
In ogni caso, può essere vero nel caso di prodotti di largo consumo, rivolti al grande pubblico, non certo ad una auto rivolta solo ad uno sparuto numero di potenziali acquirenti che molto probabilmente, per estrazione socio-culturale, non hanno idea di chi sia Letizia Battaglia.
Che poi ci si venga a raccontare che con queste immagini venga valorizzata la Città è quanto dire. Al di là di questo, il mio stupore è dato dalla “connivenza” della Battaglia, con un sistema economico-culturale che, dalla sua storia umana e professionale, sembrerebbe avere sempre osteggiato. Mi auguro che da tutto questo “can can” le ragazzine abbiano tratto almeno un vantaggio economico adeguato, oltre all’inconsapevole sfruttamento della loro immagine a fini esclusivamente economici.
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