Come era prevedibile, la Regione Siciliana non è riuscita a mettere ordine nel caos della riforma dei Liberi Consorzi in Sicilia in tempo utile prima delle votazioni di fine Novembre, e quindi, nonostante, paradossalmente, sia tutto pronto, e i Comuni hanno dovuto produrre carte su carte, le elezioni non si faranno, e quando si terranno, saranno con modalità assolutamente diverse.
Nel frattempo, nelle ex provincie si sono insediati gli uffici elettorali.
Da ricordare che sono candidabili a presidente del Libero Consorzio Comunale i sindaci dei Comuni appartenenti allo stesso Libero Consorzio Comunale il cui mandato scade non prima di diciotto mesi dalla data di svolgimento delle elezioni. Le candidature a presidente del Libero Consorzio Comunale, secondo quanto previsto dalla normativa regionale, potranno essere presentate dalle ore 8 alle ore 14 del prossimo 8 novembre presso l’ufficio elettorale.
E quindi paradossalmente succede che l’8 Novembre devono essere presentate le candidature, ma due giorno dopo, il 10 Novembre, l’Ars cancellerà la norma e la riscriverà, rinviando le elezioni. Il tutto, sempre, se il governo Crocetta dura fino al 10 Novembre, che dovrebbe essere il giorno del debutto all’Ars della nuova Giunta, la quarta, già cambiata in corsa.
Presentazione del nuovo governo, rinvio delle elezioni dei vertici di Liberi Consorzi e Città Metropolitane, ricomposizione delle commissioni parlamentari saranno i tre punti che verranno affrontati la prossima settimana dall’Ars, che tornerà a riunirsi. A sancirlo è stata anche la conferenza dei capigruppo che ha confermato la riunione peer martedì 10 novembre alle 16.
Dopo la presentazione al Parlamento della nuova giunta regionale e il relativo dibattito al termine del quale non è previsto alcun voto di fiducia, l’Aula dovrà approvare la norma che permetta il rinvio delle elezioni dei vertici dei nuovi enti locali istituiti con la ‘riforma delle Province’, previste per il 29 novembre.
La riforma approvata dall’Ars è infatti stata impugnata dal Cdm. ”Abbiamo urgenza di approvare una norma che posticipi le elezioni – ha detto il presidente dell’Ars Giovanni Ardizzone, incontrando i giornalisti dopo i lavori della capigruppo – dal momento che attualmente è in vigore una legge impugnata. Bisogna poi decidere poi se si riterrà opportuno resistere dinanzi alla Corte Costituzionale o procedere alla modifica della legge”.
La norma sul rinvio delle elezioni sarà dunque stralciata dal ddl di modifica della riforma (che tornerà alla valutazione della commissione Affari istituzionali) e votata dall’aula.