L’Itet di Sant’Agata Militello avrà ancora per il prossimo anno una sezione staccata a Tortorici e non potrà che essere ancora nella sede di Via Garibaldi, plesso in affitto costato alla ex Provincia in 23 anni circa due milioni di euro. E non è stato solo la sospensiva del Tar di Palermo che ha accolto il ricorso presentato da alcuni genitori degli alunni del’Istituto superiore, assistiti dall’avvocato Giuseppe Caminiti, contro la decisione dell’Assessorato regionale all’Istruzione di sopprimere la sezione, a disegnare questa opzione, ma tutta una serie di altri tasselli che negli ultimi mesi hanno preparato l’attuale scenario.
Il Tribunale amministrativo ha stabilito che devono essere bloccati gli effetti del decreto 921/17 e hanno fissato l’udienza di merito per gennaio 2018 ma intanto c’è un anno scolastico che dovrà essere avviato mentre sono falliti tutti i tentativi di trovare una sede alternativa a quella di proprietà di Paterniti Mastrazzo e Adornetto, titolari di una delle due farmacie del Comune oricense, per cui si sborsava circa 86mila euro l’anno. Al suo insediamento, nel 2013, a Palazzo dei Leoni, il commissario Filippo Romano ha sospeso l’erogazione del canone cercando da quel momento, soluzioni che conciliassero l’obbligo per l’Ente di tagliare le spese con l’esigenza dei giovani di Tortorici di proseguire gli studi senza dovere andare in un altro Comune. La Città Metropolitana, ma anche il sindaco Rizzo Nervo, avevano chiesto ad aprile alla Regione che si rivedesse la decisione di chiusura, anche alla luce dell’individuazione di un immobile comunale.
Nessuna risposta però è mai giunta dall’Assessorato da qui la decisione della Città Metropolitana di procedere secondo il Decreto di febbraio. Contestualmente alla notizia della sospensiva, siamo al 13 luglio, la ditta incaricata si era presentata a Tortorici, come programmato, accompagnata da alcune auto della polizia provinciale, per fare il trasloco di mobili e suppellettili ma il sindaco Carmelo Rizzo Nervo si è opposto all’esecuzione dell’intervento insieme ad alcuni studenti e genitori, legittimando il giorno dopo, la sua azione, con un’ordinanza. Nel provvedimento si dispone “per motivi di ordine pubblico, di sicurezza, di pubblica utilità, per evitare interruzione di pubblico servizio, nelle more del riesame delle amministrazioni coinvolte, come stabilito dal Tar, il mantenimento del plesso scolastico dell’Itet Tomasi di Lampedusa sede di Tortorici (ivi compresi arredamenti, suppellettili, attrezzature) nei locali siti in via Garibaldi di questo Comune”. Rizzo Nerzo fa riferimento alla normativa in vigore che stabilisce che “il sindaco, quale ufficiale di Governo, adotta con atto motivato, provvedimenti anche contingibili ed urgenti, nel rispetto dei principi generali dell’Ordinamento, al fine di prevenire ed eliminare gravi pericoli che minacciano l’incolumità pubblica e la sicurezza urbana”. La tensione in quelle due mattine doveva essere tale evidentemente da fare temere al primo cittadino oricense la rivolta, ma su quello che è accaduto farà ulteriore chiarezza la relazione del comandante della polizia della Città metropolitana Antonio Triolo, che potrebbe essere all’attenzione degli organi polizia. D’altra parte, come si tiene a precisare nella stessa ordinanza, c’è anche un esposto che i genitori degli alunni della sezione di Tortorici avrebbero presentato alla locale stazione dei Carabinieri in cui si chiedono accertamenti su quanto successo per individuare eventuali responsabilità. Lo scontro tra Città Metropolitana e Comune di Tortorici si è liberato quindi degli ultimi veli. I problemi tra i due Enti risalgono comunque al 2013, quando alle richieste del Commissario Filippo Romano di un immobile comunale dove collocare la sezione staccata dell’Itet, veniva ripetutamente risposto dal sindaco che non vi erano locali disponibili. Nel giugno del 2014 il primo cittadino, per spiegare la sua opposizione al cambio di sede scriveva che “la permanenza della locazione costituisce un contributo per la situazione socio-culturale di Tortorici e dell’intera zona laddove decisioni contrarie sarebbero penalizzanti”.
Un filo sottile unisce coerentemente quella nota, all’ordinanza del 14 luglio, che Rizzo Nervo ha firmato per bloccare il trasloco dalla sede di via Garibaldi. “Il comportamento della Città metropolitana non trova giustificazione,- scrive Rizzo Nervo nel suo provvedimento- se non quella di danneggiare la comunità oricense, in particolare i genitori e gli alunni dell’Istituto scolastico”. In questi anni l‘Istituzione scolastica e il plesso di Via Garibaldi sono stati considerati inscindibili e su questo si è sempre scontrata la ex Provincia anche quando ha cercato, con la pubblicazione di 3 manifestazioni d’interesse, di trovare altri locali sul mercato. Alla fine per risolvere la questione Romano aveva anche tentato, inutilmente, un accordo con Paterniti Mastrazzo, per un affitto più rispondente alle risorse di un Ente che non riesce più neppure a coprire servizi essenziali. La scorsa primavera la soluzione sembrava il plesso di via Romanò e il sindaco Carmelo Rizzo Nervo aveva deciso di concederlo, con una lettera datata primo giugno in cui evidenziava che già con la delibera di consiglio del 7 febbraio si dava la disponibilità di qualsiasi altro plesso comunale idoneo ad accogliere gli alunni dell’Itet. L’immobile era stato individuato dal commissario Romano dopo la segnalazione della consigliera comunale Cinzia Conti Mica e dei componenti del Gruppo politico “Uniti per cambiare Tortorici”. Disponibilità tardiva e inutile quella di Rizzo Nervo. Emiliano Consolo, presidente dell’Organo di liquidazione, insediatosi a gennaio, in una nota del 21 giugno ha voluto infatti ricordare che “in ragione della dichiarazione di dissesto finanziario resa dall’Ente a ottobre 2016, tutti i beni comunali suscettibili di alienazione sono confluiti nella gestione straordinaria della liquidazione. Le consistenze fondiarie ed immobiliari sono dunque destinate, qualora necessario, ad implementare la massa attiva della liquidazione e per questo già da subito sottratte alla disponibilità dell’Ente”. Ci sono già oltre 12 milioni di euro di debiti accertati e non è finita perché i commissari hanno chiesto una proroga dei termini di altri 180 giorni per le loro funzioni.
Un disastro amministrativo e finanziario grave per un Comune di seimila abitanti ma che non sembra provocare alcuna indignazione né alcun tentativo di cercare le responsabilità al contrario delle vicende dell’Itet, da anni ormai al centro anche di scontri politici. Quando il sindaco ad aprile ha chiesto la rimodulazione del decreto 921/17, nella lettera ha allegato anche la dichiarazione dei Paterniti Mastrazzo – Adornetto, controfirmata dal loro avvocato Giuseppe Caminiti, in cui veniva concesso, mediante “comodato d’uso gratuito al Comune di Tortorici, l’immobile per consentire la prosecuzione dell’ attività scolastica per il 2017/18 e per il 2018/19.” Già a gennaio i proprietari, con il figlio nominato intanto vicesindaco, da moderni mecenati, avevano mostrato analoga disponibilità, anche se parallelamente i loro legali sollecitavano la restituzione dei locali a meno che non si intendesse proseguire con il vecchio contratto o la definizione di uno nuovo. Il contratto di locazione scade il prossimo ottobre e a questo punto non si sa bene cosa succederà. Poi c’è il contenzioso tra i Paterniti Mastrazzo -Adornetto e la città Metropolitana per i fitti non erogati. L’Ente ha proposto recentemente un accordo per chiudere la partita ma la cifra offerta è stata rifiutata e quindi il procedimento andrà avanti.