“Ho appreso dalle agenzie di stampa di essere indagato dalla magistratura di Potenza. Ho sempre avuto piena fiducia nell’operato dei magistrati. Chiederò alla procura di Potenza di poter essere sentito quanto prima per chiarire ogni cosa”. Così in una nota il vicepresidente di Confindustria, Ivan Lo Bello. C’è anche il suo nome, infatti, nel registro degli indagati della maxi inchiesta sul petrolio della procura di Potenza. Lo Bello è accusato dai pm lucani di associazione a delinquere. La conferma giunge da ambienti vicini agli investigatori. I pm ipotizzano la creazione di una associazione di imprenditori che agiva “per assicurarsi il controllo di un pontile nel porto di Augusta”, in Sicilia, utilizzando per i propri fini conoscenze ad alti livelli. Il gruppo di imprenditori, di cui Lo Bello avrebbe fatto parte, secondo gli investigatori era “guidato” da Gianluca Gemelli, compagno dell’ex ministra Federica Guidi. Per l’accusa l’associazione perseguiva fini leciti utilizzando “condotte illecite”. Di qui la contestazione del reato di abuso d’ufficio e traffico di influenze illecite. Oltre a Gemelli e Lo Bianco, farebbero parte dell’associazione anche Nicola Colicchi e Paolo Quinto. A Colicchi e Gemelli è attribuito il ruolo di “promotori, ideatori ed organizzatori”, a Quinto e Lo Bello quello di “partecipanti“. Le contestazioni all’associazione riguardano, oltre al pontile nel porto di Augusta in Sicilia, altri progetti di impianti energetici, permessi di ricerca e “sistemi di difesa e sicurezza del territorio” da attuare in Campania.