Last updated on 6 marzo 2021
Ci risiamo. Lo Stato tenta ancora una volta di vendere alcuni dei suoi immobili inutilizzati: caserme, ospedali, scuole, teatri o ex colonie sui litorali. Beni immobili non utilizzati e che non si riesce a mantenere e che, situati in posizioni di pregio, possono fare cassa. Le iniziative e i progetti messi in campo dal governo, grazie all’Agenzia del Demanio, si sono moltiplicati in questi anni. L’ultima novità sono i fari, ampiamente «sfruttabili». Lo Stato è pronto a darne in concessione ai privati dieci, alcuni nelle più belle isole italiane, dall’Elba alle Eolie, replicando qualche caso di successo già sperimentato in Italia (come quello del Faro di Capo Spartivento a Domus de Maria, in provincia di Cagliari) o all’estero. L’idea, che verrà ufficialmente presentata dal Demanio nei prossimi giorni, è proprio quella di sollecitare progetti di recupero da parte di investitori privati, premiando i migliori con concessioni «di lungo periodo». Il progetto «Valore Paese», in cui il Piano Fari si inserisce, prevede una durata delle concessioni anche di 50 anni. Un lasso di tempo tale, dunque, da garantire l’investimento. L’esempio a cui ispirarsi è quello dei «Paradores» in Spagna e delle «Pousadas» in Portogallo, in grado di coniugare l’attrazione e l’accoglienza di domanda turistico-ricettiva con la tutela e la valorizzazione dei beni culturali.
Il faro Capo Spartivento a Domus de Maria, il più antico della Sardegna (1856) è diventato una «luxury guest house», cioè un albergo di lusso al motto: «Ritrova la tua anima e perdila per sempre, perché lei qui vorrà restare».
In Italia i fari sono oltre un centinaio, dall’Isola di Capraia al Giglio, da Sanremo a Portoferraio, da Rimini a Vieste, da Murano a San Vito lo Capo. Ma tra i maggiori indiziati, a leggere il sito del Demanio, ci sono quelli di Brucoli ad Augusta, Capo Grosso a Levanzo (nella foto), Punta Sottile a Favignana, Punta Gavazzi a Ustica, San Domino alle Tremiti. L’idea verrà presentata nei dettagli mercoledì 10 giugno.
Valorizzazione è del resto la parola chiave anche del progetto «Proposta Immobili 2015», in cui circa 700 immobili di enti locali ed enti pubblici, tra ville, castelli, ex ospedali o mercati ortofrutticoli, verranno vagliati e censiti per potenziali dismissioni o trasferimenti a Cdp o fondi immobiliari Invimit, con l’obiettivo di «racimolare» entro il 2017 2,1 miliardi destinati dal Def alla riduzione del debito pubblico. Stesso dicasi per il progetto caserme: il ministero della Difesa punta a cederne il maggior numero possibile, anche per rientrare dei costi.
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