Un percorso riabilitativo per prevenire e contrastare le varie forme di dipendenza, che siano di tipo alimentare, da alcool, droghe, gioco d’azzardo etc. Un percorso che non passa solo da interventi socio educativi e dal supporto psicologico ma che ha permesso l’inserimento nel mondo lavorativo di 80 utenti che hanno usufruito delle borse lavoro.
È il bilancio dei progetti “Restart” e “Fuori dal giro”, realizzati dall’associazione Euro di Palermo nei comprensori di Marineo (in provincia di Palermo) e Bivona (nell’Agrigentino). Nel primo caso sono stati coinvolti i comuni di Baucina, Bolognetta, Campofelice di Fitalia, Cefalà Diana, Ciminna, Godrano, Marineo, Mezzojuso, Misilmeri, Ventimiglia di Sicilia e Villafrati. Il secondo ha interessato Alessandria della Rocca, Bivona, Cianciana, San Biagio Platani e Santo Stefano di Quisquina. I risultati delle iniziative, finanziate dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri – Dipartimento Politiche Antidroga, sono stati illustrati questa mattina nel corso di un convegno a Villa Magnisi, sede dell’Ordine dei Medici, dei Chirurghi e degli Odontoiatri della provincia di Palermo.
Il gruppo di lavoro composto da psicologi, educatori, assistenti sociali, animatori sociali, tutor, orientatori, ha messo in piedi sei sportelli di ascolto a Marineo e Bivona, coinvolgendo le scuole nel percorso e incontrando oltre 500 studenti. Informazione e sensibilizzazione, ma soprattutto l’avvio di un percorso riabilitativo per i 120 utenti che si sono rivolti agli operatori: persone fra i 18 e i 50 anni, per la maggior parte (il 60%) con problemi di abuso di alcool; ha una scarsa incidenza la dipendenza dal gioco d’azzardo (meno del 10%), la parte restante faceva uso di droghe. In molti casi gli operatori hanno accertato una doppia diagnosi, ossia hanno riscontrato sia dipendenze che patologie.
Un lavoro di rete, condotto con il coinvolgimento spesso delle famiglie ma anche gli operatori del Sert, i medici di base, l’associazionismo, i responsabili dei Servizi Sociali e gli assistenti sociali, i rappresentanti delle istituzioni scolastiche, politiche, religiose e sportive.
L’équipe ha individuato per ciascun utente un percorso di recupero e sostegno individuale, rimodulabile nel corso dell’intervento sulla base dell’andamento e della necessità di effettuare delle variazioni. Nel corso dei progetti sono stati avviati diversi laboratori (grafica, informatica, musicoterapia e pittura, ad esempio) e sono state realizzate attività ludiche come escursioni, corsi di cucina, barca a vela, pet therapy.
Il cuore dei progetti sono state le borse lavoro: 80 in tutto, 26 le aziende che hanno risposto all’appello inserendo queste persone nelle proprie strutture e offrendo, attraverso l’occupazione, una via d’uscita. Cinquanta delle borse lavoro sono stata attivate nell’ambito del progetto “Fuori dal giro” (Bivona e comuni limitrofi), le altre 30 per “Restart” (Marineo e comuni adiacenti). Uno strumento in grado di garantire una prima entrata nel mondo del lavoro, consentendo ai beneficiari di mettersi alla prova sul campo in una situazione semi-protetta ma autentica con una remunerazione che, agli occhi dell’utente, rappresenta la valorizzazione di ciò che egli ha fatto, uno stimolo a migliorare la propria autostima.
Gli 80 beneficiari hanno usufruito (per un periodo variabile da un mese a un anno, a secondo dei casi) di una borsa lavoro pari a 500 euro mensili e sono stati impegnati, seguendo le competenze di ciscuno, in aziende di vario tipo, fra queste: una cooperativa che si occupa della raccolta differenziata, due supermercati, una ditta di restauro, una cooperativa di assistenza domiciliare, un negozio di articoli da regalo, una impresa edile, un agriturismo, due ristoranti, un panificio, una associazione sportiva. E al termine del periodo di training, per alcuni utenti l’opportunità di continuare a lavorare in azienda è stata prolungata.
“La partecipazione del tessuto imprenditoriale locale – dice Eugenio Ceglia, direttore dell’associazione Euro – è un segnale importante di apertura e traccia la strada per il futuro. È uno splendido esempio di responsabilità sociale delle imprese”.
Dal lavoro dell’equipe emergono anche le storie dei protagonisti, rigorosamente anonimi. C’è quella di una minorenne vittima di abusi in famiglia e per la quale, grazie al progetto, è stata trovata una collocazione in casa famiglia, sottraendola a una vita di violenze. C’è un giovane di 23 anni che faceva abuso di alcool e droghe, era diventato violento come spesso accade in questi casi. L’equipe ha iniziato a seguirlo dopo un Tso (trattamento sanitario obbligatorio) e il ricovero coatto in un istituto psichiatrico dove è rimasto tre settimane. Durante tutto questo periodo riconosceva come propri interlocutori oltre i familiari, solo gli operatori del progetto, poi è stato preso in carico dal Sert e ha usufruito di una delle borse lavoro. Adesso non fa più uso di sostanze, fa parte di un gruppo musicale e ha aderito a una comunità religiosa. È uno degli utenti a cui è stato confermato il contratto di lavoro dopo il periodo di training.
Oggi, al termine degli interventi, si è svolta anche la cerimonia di consegna di un riconoscimento alle aziende che hanno ospitato tirocini formativi e favorito l’inserimento lavorativo, con la consegna del premio sulla “Responsabilità sociale delle imprese”: la V.A.L. Alimentari (gruppo R7) di Marineo e l’agenzia di sviluppo Smap di Bivona.
Lotta alle dipendenze, con Restart e Fuori dal giro 50 borse lavoro
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