8000 euro. E’ il misero bottino della lotta all’evasione dei Comuni della provincia di Trapani. Solo 3 comuni su 24 in provincia di Trapani hanno partecipato nel 2016 al premio statale per la compartecipazione dei comuni al contrasto all’evasione fiscale e contributiva secondo il quale le cifre recuperate restano al 100 per cento nelle casse municipali.
A rivelarlo è uno studio del Servizio Politiche territoriali della Uil (su elaborazioni di dati del Ministero dell’Interno) dal quale si evince che in provincia di Trapani hanno aderito soltanto i comuni di Marsala, Alcamo e Salemi, per un totale evaso recuperato di 8 mila e 385 mila euro (nel dettaglio Marsala 7.495,15 euro, Alcamo 706,69 euro, Salemi 183,33 euro).
“I comuni – afferma il segretario generale della Uil Trapani Eugenio Tumbarello – possono fare molto di più nella lotta all’evasione fiscale. In questo modo, infatti, da un lato si potrebbero recuperare risorse da impiegare in servizi alla cittadinanza o per abbassare le tasse locali, dall’altro si potrebbe dare il proprio contributo alla lotta all’evasione fiscale e contributiva col fine ultimo di una maggiore equità e giustizia sociale”.
Il premio per la compartecipazione dei Comuni al contrasto all’evasione fiscale fu introdotto nel 2010 dal decreto correttivo di luglio dove si stabiliva che ai Comuni venisse riconosciuta la quota del 100% di quanto recuperato dei tributi nazionali (Irpef, Iva, Ires, ecc). Con il Decreto sul federalismo fiscale, che regola il fisco municipale fu introdotto il principio strutturale del premio della compartecipazione dei Comuni al contrasto all’evasione fiscale, ma al 50%. Poi con il decreto di Agosto 2011 (introduzione Consigli Tributari), e con il Salva Italia e poi via, via con i Decreti mille proroghe si è stabilito che la quota almeno fino al 2019 che resta ai Comuni per la loro compartecipazione al contrasto all’evasione sia fissata al 100% del recuperato.
Dall’elaborazione Uil si evince come rallenta in tutta Italia, negli ultimi 2 anni, il totale del premio riconosciuto ai comuni per la loro compartecipazione al contrasto all’evasione fiscale. Nel 2016, infatti, le somme spettanti ai comuni per la partecipazione all’attività di accertamento fiscale e contributivo ammontano a 13,3 milioni di euro a fronte dei 17 milioni di euro dell’anno precedente con una diminuzione del 21,9% (3,7 milioni di euro).
Ma già l’anno precedente era in calo sul 2014 dove si è toccato l’apice con un incasso di 21,2 milioni di euro, infatti si è passati dai 1,1 milioni di euro del primo anno (2010), ai 2,9 milioni di euro del 2011, transitando per i 10,9 milioni di euro del 2012 e ai 17,7 milioni di euro del 2013.
“I dati rivelati dall’analisi – conclude Tumbarello – sono alquanto deludenti, se si paragonano agli alti tassi di evasione fiscale e di irregolarità lavorativa nel nostro Paese. Per la Uil il tema della lotta fiscale è fondamentale, e a livello nazionale il sindacato si è già mobilitato per farsi promotore di azioni affinché diventi argomento centrale dell’agenda politica”.