Lunghe code agli sportelli, carichi di lavoro sempre maggiori e organico carente: è la situazione in cui versa Poste Italiane in Sicilia. Proprio per questo la Cisl Poste chiede più personale stabilizzando i precari e il passaggio dei lavoratori part-time a tempo pieno. Il settore recapito e logistica soffre di grande disorganizzazione che comporta inevitabilmente disagi per l’utenza. E senza servizi postali efficienti l’Isola non si muove.
A stigmatizzare con toni forti questa situazione è il segretario regionale della Cisl Poste Giuseppe Lanzafame. “I lavoratori – afferma il sindacalista – non ce la fanno più. Non possiamo più aprire gli Uffici Postali con le poche risorse rimaste e non possiamo più recapitare la posta, le raccomandate, gli atti giudiziari e i pacchi in queste condizioni. Basta con questa politica dei tagli. I lavoratori sono fisicamente sfiniti e non reggono più questi ritmi di lavoro. Basterebbe stare accanto a loro per capire. Non si può gestire un’azienda in Sicilia con sistemi e monitoraggi virtuali che asseriscono, addirittura, l’eccedenza di personale. Il popolo postale, quello rimasto, rischia di “sbagliare ogni giorno” e, per questo motivo, incorre inevitabilmente in sanzioni disciplinari e anche patrimoniali. Oltre il danno la beffa. Tutto questo è a conoscenza della dirigenza, ma non importa a nessuno dello sfortunato di turno (naturalmente il lavoratore) costretto a pagare. Anzi, chiedono sempre di più. Tutto è diventato precario, senza una seria organizzazione, lasciato all’improvvisazione, all’anarchia”.
“Naturalmente – spiega il segretario regionale – parlare dei diritti sanciti dal contratto e dagli accordi sottoscritti, diventa un’utopia. Dal rispetto dell’orario d’obbligo alla sicurezza sul lavoro; dalla dignità calpestata alla conflittualità nei posti di lavoro; dal lavoro precario dei contratti dei tempi determinati al ricatto costante per tutta la categoria; abbiamo una sola certezza: accompagnare sempre più lavoratori in pensione, che sono 800 nell’anno 2018”.
“Cisl, Cgil, Uil, Failp Confsal e Ugl in Sicilia – conclude il sindacalista – sono stati, ancora una volta, costretti alla dichiarazione di sciopero di prestazioni straordinarie, ancora in atto, fino al 6 gennaio 2019, per le citate motivazioni e non solo. E i servizi da erogare al cliente? Non importa se si attendono ore ed ore per essere serviti, ad esempio, presso l’Ufficio Postale. La tecnologia tanto sbandierata non sempre sostituisce il lavoratore”.