Con lo stop in finanziaria ai fondi per il trasporto su gomma, sono a rischio i collegamenti urbani ed extraurbani in Sicilia. All’appello mancano 50 milioni di euro, un terzo cioè delle somme previste dal contratto di servizio da 150 milioni di euro, siglato tre anni fa tra la Regione siciliana e le associazioni di categoria, in scadenza a dicembre 2019. Sono una novantina le società di trasporto per viaggiatori nell’Isola e occupano circa 7.500 dipendenti.
A lanciare l’allarme è il deputato regionale del M5S e componente della commissione Ambiente, territorio e mobilità dell’Ars Nuccio Di Paola, che in mattinata ha incontrato i rappresentanti delle associazioni a palazzo dei Normanni. Lo stop ai fondi rischia di innescare un mix esplosivo: da un lato tagli lineari al numero di corse effettuate finora nel territorio regionale e dall’altro l’aumento dei costi per le aziende potrebbe causare, stando a quanto denunciato dalle associazioni, il licenziamento di 1.300 lavoratori.
“Chiediamo al vicepresidente della Regione Gaetano Armao e all’assessore alle Infrastrutture, Marco Falcone – dice Di Paola – quale visione ha questo Governo sulla mobilità. Un taglio del 27% sul trasporto gommato equivale a una riduzione di 50 milioni di euro delle risorse destinate al comparto. Siamo fortemente preoccupati per le ricadute sull’occupazione e per gli utenti”. “Non solo – aggiunge – c’è il rischio che la maggior parte dei siciliani e cioè lavoratori pendolari e studenti da settembre restino a piedi”. “Vogliamo sapere le ragioni di questi tagli lineari, cosa intende fare questo Governo e quali solo le politiche in tema di mobilità, che intende mettere in campo nel breve e nel lungo periodo”. “Finora – conclude Di Paola – si è proceduto di proroga in proroga al contratto di servizio; dal prossimo anno non saranno più possibile farlo. Il Governo deve darci una risposta, i siciliani non possono e non devono restare isolati nell’Isola, ai cittadini vanno assicurati servizi efficienti”.
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