La Direzione Investigativa Antimafia di Trapani ha notificato all’imprenditore compobellese 57enne Andrea Moceri ed ai suoi famigliari il decreto con cui il Tribunale di Trapani, al termine del procedimento per l’applicazione delle misure di prevenzione, ha disposto la confisca del loro patrimonio, già sottoposto a sequestro nel novembre 2015.
Con lo stesso provvedimento sono stati imposti al Moceri due anni di sorveglianza speciale di pubblica sicurezza.
La proposta di applicazione della misura di prevenzione patrimoniale era stata avanzata dal Direttore della D.I.A. d’intesa con il Procuratore della Repubblica Distrettuale di Palermo.
Il Tribunale di Trapani ha dichiarato Andrea Moceri persona socialmente pericolosa perché dedita in maniera abituale ad attività delittuose.
Secondo il giudizio espresso dai Giudici della Prevenzione, l’imprenditore campobellese, dedito da più di trent’anni alla commercializzazione di autovetture, nuove ed usate, anche sotto le insegne di importanti case automobilistiche internazionali, nel corso del percorso esistenziale, ha disseminato il proprio agire imprenditoriale di condotte illecite volte a massimizzare spregiudicatamente i profitti delle sue attività, disvelando anche una notevole abilità nella predisposizione dei mezzi per delinquere, che vanno dalla manomissione dei misuratori elettrici presso le sede aziendali, all’appropriazione indebita di merci e denaro liquido, all’assunzione in nero di lavoratori e alle minacce verso i propri dipendenti volte a costringerli ad accettare condizioni economiche deteriori rispetto a quelle risultanti dalle buste paghe.
L’elevatissimo arricchimento conseguito mediante tali condotte, interamente sottratto all’imposizione fiscale, sarebbe stato reimpiegato dal Moceri nella parallela illecita attività creditizia, costatagli anche alcuni processi il delitto di usura.
Nel decreto di confisca il Moceri viene definito come una sorta di “banca privata”.
Tra le attività economiche illecitamente finanziate con denaro del Moceri vi è la realizzazione dell’oleificio denominato “FONTANE D’ORO s.a.s.”, con sede a Campobello di Mazara, oggi in amministrazione giudiziaria, intestato a prestanome di Francesco Luppino (detenuto), elemento di spicco della locale famiglia mafiosa, tra gli uomini più fedeli, su cui può contare Matteo Messina Denaro.
Il patrimonio confiscato al Moceri consta di nr. 35 unità immobiliari di varia dimensione e differenti destinazioni d’uso (locali commerciali, appartamenti per civile abitazione, rimesse etc); nr. 35 appezzamenti di terreno di varia estensione a destinazione urbanistica; nr. 5 compendi aziendali; quote di partecipazioni in società di capitali, vari conti bancari e polizze assicurative.
Il valore complessivo dei beni confiscati può stimarsi in circa 25 milioni di euro.
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