Last updated on 3 luglio 2021
Gli esponenti della Mafia dei Nebrodi sembravano azzerati da precedenti operazioni giudiziarie ma sui Nebrodi, il clan dei Batanesi di Tortorici, era vivo e vegeto. Almeno questo emerge dall’operazione dei carabinieri che hanno arrestato quattro persone (mentre in cinque sono indagati a piede libero) su ordine del gip del Tribunale di Messina che ha accolto la richiesta dei magistrati della Direzione distrettuale antimafia guidata da Maurizio De Lucia.
I quattro arrestati ritenuti esponenti della mafia dei Nebrodi e sono ritenuti responsabili, a vario titolo, dei reati di associazione per delinquere di tipo mafioso, tentata estorsione e porto illegale di armi aggravati dal metodo mafioso, nonché detenzione a fini di spaccio di sostanze stupefacenti. Sono state inoltre documentate una serie di condotte di traffico e spaccio di sostanze stupefacenti del tipo cocaina e marijuana, attribuite a vario titolo agli arrestati e a 5 ulteriori indagati a piede libero.
Il gruppo criminale era attivo per conto dei “batanesi” nel quadrilatero compreso tra i comuni di Sant’Agata di Militello, Alcara li Fusi, Galati Mamertino e Rocca di Caprileone (ME) nella gestione delle estorsioni, del traffico di stupefacenti, e nell’acquisizione del controllo di attività economiche e imprenditoriali, “sfruttando – dicono gli inquirenti -la forza intimidatrice promanante dalla fama criminale della consorteria mafiosa tortoriciana“.
Mafia dei Nebrodi: indagine che scaturisce dall’operazione Gotha
Una indagine sulla mafia dei Nebrodi che scaturisce dall’operazione “Gotha” conclusa nel giugno 2011, e sviluppata al fine di documentare l’operatività criminale di un gruppo di soggetti che erano risultati intrattenere rapporti stabili con Salvatore Calcò Labruzzo, esponente di spicco del clan dei “mazzaroti” che costituiva una propaggine della famiglia mafiosa dei “barcellonesi” nell’area di Mazzarrà S. Andrea (ME).
L’approfondimento investigativo sulla mafia dei Nebrodi curato dal Nucleo Investigativo Carabinieri di Messina, con il coordinamento del Procuratore Aggiunto della Procura di Messina, Vito Di Giorgio, ha consentito di dimostrare l’appartenenza di tale gruppo criminale al clan tortoriciano dei “batanesi” e di documentare la gestione di due estorsioni in danno di ditte impegnate nell’esecuzione di appalti pubblici di manutenzione stradale e di ristrutturazione del locale impianto sportivo nel comune di Rocca di Capri Leone (ME), commesse mediante attentati incendiari eseguiti presso i cantieri, nonché la disponibilità di armi utilizzate per affermare il controllo criminale sul territorio.
Il delitto di associazione mafiosa è stato contestato a Nicolino Gioitta 50enne di Alcara Li Fusi, Liborio Mileti, 53enne di San Salvatore di Fitalia, e Antonino Conti Mica, 40enne di Tortorici, promotori e organizzatori dell’associazione di tipo mafiosa, e a Gaetano Liuzzo Scorpo, 39enne di San Salvatore di Fitalia.
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