Il vicesindaco di Misterbianco, Carmelo Santapaola, cugino dei Placenti, è stato arrestato nell’operazione “Revolutionbet 2”, scaturita dall’inchiesta su mafia e scommesse online della Procura di Catania. Gli viene contestato il reato di intestazione fittizia di beni, in qualità di titolare di fatto, assieme ai fratelli Placenti, dell’’Orso Bianco Caffè’, locale in contrada Monte Palma già sequestrato il 14 novembre scorso. Il Gip ha disposto per lui gli arresti domiciliari.
Dall’operazione, che ha portato ad indagare 21 persone, emergono anche i contatti tra alcuni indagati del gruppo di Lineri Mistebianco del clan Santapaola e soggetti ritenuti “vicini” al superlatitante Matteo Messina Denaro, tra cui il nipote di quest’ultimo, Francesco Guttadauro, oltre che con persone riconducibili alla “famiglia” camorristica dei Nuvoletta di Marano, in provincia di Napoli. Durante l’operazione i carabinieri hanno sequestrato anche armi. La Guardia di Finanza ha eseguito il sequestro preventivo finalizzato alla confisca di beni, in Italia e all’estero, per 70 milioni di euro. In particolare sono 207 rapporti bancari e conti correnti accesi in Italia e nell’Isola di Man, in Austria, in Gran Bretagna e a Malta; 42 immobili; 36 attività imprenditoriali operanti non solo nel settore del gaming; 24 centri scommesse dislocati tra Messina, Catania e Siracusa e 9 automezzi.
I soggetti destinatari della misura della custodia in carcere in quanto appartenenti al “gruppo santapaoliano” di Lineri di Misterbianco, facente capo ai fratelli Carmelo, Giuseppe Gabriele e Vincenzo Placenti, con mansioni di gregari deputati alla gestione dei centri scommesse on-line su tutto il territorio isolano e per questo percettori della cosiddetta “simanata”, ovvero dello “stipendio” che notoriamente “Cosa Nostra” prevede per i suoi affiliati, sono: Bartolo Augusta, di anni 44, domiciliato a Pedara, Giovanni Di Stefano, di anni 34, domiciliato a Catania, Alfio Saitta, di anni 35, residente in Lineri di Misterbianco, Emanuele Trippa, di anni 41, residente a Catania.
Ai domiciliari sono finiti Francesco Insaguine; Massimiliano Giuseppe Vinciprova; Giuseppe Cocimano; Massimo Giuffrida; Luciano Paccione; Leonardo Zappalà; Fabio Calcagno; Sebastiano Campisi; Sebastiano De Matteo; Francesco Guerrera; Ottavio Imbesi; Orazio Intagliata; Alfredo Valenti; Giovanni Iannì; Vincenzo Mangano; Marco Daidone.
“I fatti di oggi sono gravi e rendono ancor più chiaro quanto, nella politica a Misterbianco, serva l’immediato e radicale rinnovamento che invochiamo da tempo. Il fallimento di chi da anni guida e decide per questa città è sotto gli occhi di tutti. Non per questo però, davanti alle gravi accuse e all’arresto del vicesindaco Carmelo Santapaola, faremo lo sciacallaggio che invece è stato costume di qualcuno in passato. La legalità per noi è un presupposto, non una bandiera da sventolare quando conviene” Lo afferma Marco Corsaro, capogruppo del gruppo “Guardiamo Avanti” e leader dell’opposizione consiliare a Misterbianco, a seguito dell’inchiesta sui legami tra mafia e scommesse online che portato alla misura domiciliare per il vicesindaco Santapaola. “Noi di Guardiamo Avanti – ha aggiunto Corsaro – restiamo in prima linea nella battaglia per cambiare Misterbianco e dare alla città un governo non più arrogante, ma finalmente aperto all’ascolto della gente, inclusivo e rispettoso”.
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