Last updated on 10 novembre 2017
L’imprenditore gelese del settore ittico, Emanuele Catania, 69 anni, è stato arrestato su ordine del gip nisseno per associazione mafiosa. L’inchiesta della Dda nissena avrebbe alzato il velo sul commercio di prodotti ittici nel Mediterraneo. Sono anche state sequestrate aziende per 7 milioni di euro.
L’arresto è stato eseguito dalla guardia di Finanza di Roma e dalla squadra mobile di Caltanisetta, nell’ambito della stessa inchiesta che lo scorso 4 ottobre portò all’arresto di 36 persone, accusate a vario titolo di associazione di stampo mafioso, estorsione e detenzione illegale di armi, riciclaggio e reimpiego di proventi illeciti, intestazione fittizia di società e traffici di droga.
L’operazione alzò il velo sugli interessi criminali e imprenditoriali del clan Rinzivillo che da Gela ha esportato i propri interessi in tutta la Sicilia, nel Lazio, nel Nord Italia e in Germania. Il presunto boss mafioso Salvatore Rinzivillo avrebbe deciso di intraprendere un rilevante import-export di pesce tra la Sicilia, il Marocco, il Lazio e la Germania, in collaborazione con Francesco Guttadauro, già condannato per associazione mafiosa e figlio del boss mafioso-medico Giuseppe.
Catania, dicono gli investigatori, come i congiunti imprenditori Carmelo e Angelo Giannone, avrebbe amministrato società e ditte individuali, attive nel commercio all’ingrosso e al dettaglio di prodotti ittici.
Quello tra Emanuele Catania e il clan Rinzivillo, dicono gli inquirenti, è un “legame a doppio filo”, esistente da circa trent’anni: sono numerosi i collaboratori di giustizia che lo hanno indicato come imprenditore al servizio del clan di Cosa Nostra, fin dai primi anni novanta.
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