Erano i boss di Cosa nostra a decidere l’esito della gare all’ippodromo di Palermo e le scuderie venivano usate per i summit.
Il Gip del Tribunale di Palermo, su richiesta della Direzione distrettuale antimafia, ha disposto 9 misure cautelari, eseguite dai carabinieri, nei confronti di persone accusate a vario titolo di concorso esterno in associazione mafiosa, trasferimento fraudolento di valori aggravato in concorso e frode in competizioni sportive.
Accanto a due mafiosi ci sono 7 insospettabili ritenuti complici dei clan di San Lorenzo e Resuttana: sono driver, allenatori, gestori di scuderie. Fra i nomi i più noti, Giuseppe Greco, Salvatore La Gala, Natale Cintura, Antonino Porzio e Domenico Zanca, sono accusati di concorso esterno in associazione mafiosa. Nel gruppo anche una giovane promessa dell’ippica siciliana, Gloria Zuccaro, che è andata ai domiciliari con l’accusa di trasferimento fraudolento di valori, secondo la procura è risultata l’intestataria di un purosangue del boss Niosi, “Ronny Alter”.
Per otto è stata disposta la custodia cautelare in carcere, per uno i domiciliari. L’inchiesta, denominata convenzionalmente “COrSA NOSTRA”, ha accertato come la mafia controllasse l’ippodromo di Palermo.
In manette è finito anche Giovanni La Rosa, il gestore del bar dell’ippodromo.