Sequestro di beni per Giuseppe Ruggirello, imprenditore di Trapani. La Direzione Investigativa Antimafia di Trapani ha proceduto al sequestro di beni, per un valore di oltre 25 milioni di euro, nei confronti di Giuseppe Ruggirello, imprenditore edile 81enne, ritenuto vicino agli ambienti mafiosi trapanesi ed indiziato del reato d’intestazione fittizia di beni.
Il provvedimento è stato emesso dal Tribunale di Trapani – Sezione Penale e Misure di Prevenzione, presidente Angelo Pellino, che ha accolto le istanze cautelari contenute nella proposta di misura di prevenzione patrimoniale avanzata dalla Procura Distrettuale di Palermo.
L’indagine è scaturita da un atto d’impulso della Direzione Nazionale Antimafia e Antiterrorismo che ha elaborato in chiave antiriciclaggio alcune segnalazioni provenienti dagli organi di Vigilanza della Banca d’Italia sull’anomala operatività di un istituto di credito pugliese, il Credito Cooperativo di Alberobello, investendo per i competenti approfondimenti anche la Direzione Distrettuale Antimafia di Palermo, che affidava le attività investigative alla D.I.A. di Trapani.
In particolare, Ruggirello, indagato in passato per associazione mafiosa, in quanto coinvolto ad alcune ditte riconducibili al boss Vincenzo Virga (capo del mandamento mafioso di Trapani), era riuscito, attraverso lo schermo giuridico di una società a lui stesso riconducibile e la complicità di un componente del consiglio di amministrazione dell’istituto di credito pugliese, a rilevare una grossa area edificabile in Trapani, in Via Trapani, il Fondo Alberillo, di proprietà della società IL MELOGRANO s.r.l., già sotto sequestro perché partecipata occultamente da Vincenzo Virga. Su questo lotto di terreno RUGGIRELLO, con la partecipazione di Vito TARANTOLO, imprenditore colluso con Cosa nostra e colpito da misura di prevenzione, aveva poi realizzato una speculazione edilizia milionaria.
Sono stati sequestrati quattro compendi aziendali, che ricomprendono novanta immobili, tra appartamenti per civile abitazione, esercizi commerciali e depositi, autovetture, depositi bancari ed un lussuoso natante da diporto.
Tutto parte dal sequestro che in due tranche la procura di Trapani aveva fatto della Smg, società di proprietà della consigliera di amministrazione della banca di Alberobello, Maria Grazia Susca, poi ceduta in parte al suo compagno Giuseppe Ruggirello e altre persone legate secondo la magistratura a Cosa Nostra. La Smg ha sede ad Alberobello ma nasce con l’obiettivo preciso di mettere in piedi un affare immobiliare nel trapanese.
«Il 2 marzo del 2004 – si legge nel primo provvedimento di sequestro del tribunale di Trapani – appena una settimana dopo la costituzione del capitale sociale, la società acquistava il terreno in Trapani, nella via Libica, denominato ‘Fondo Alberillo’, dalla società ‘Il Melograno’ Srl in liquidazione’ per 846mila euro». Il Melograno non è una società qualsiasi, ma secondo gli inquirenti è direttamente riconducibile al boss del trapanese Giuseppe Virga. «Questo prezzo di 846mila euro – si legge ancora – veniva versato in due tranches in data 3 e 4 marzo 2004 a mezzo assegni circolari tratti sulla BCC di Alberobello». Secondo i magistrati quel denaro, quello con il quale viene comprato il fondo dal Melograno arrivano, non dalla disponibilità della società ma da un finanziamento predisposto ad hoc dalla banca. «Risulta, accertato che la provvista veniva messa a disposizione della banca trattaria BCC di Alberobello, giacché alla data del 30 giugno 2004 il conto corrente intestato alla società riportava un saldo negativo di 857.422,97 euro». Esattamente la cifra del fondo.
Un commercialista siciliano, Lorenzo Milano, spiega ai magistrati come stanno le cose. «Il Milano il 13 novembre del 2012 – si legge negli atti – racconta che Vito Tarantolo con Ferdinando Sortino (ndr, che gli faceva da prestanome) e Giuseppe Ruggirello facevano parte di una società denominata Smg. Il Milano riferiva che tale iniziativa interessava la via Libica di questo centro, e precisamente la parte nei pressi del passaggio a livello, dove la predetta Smg stava realizzando alcune villette. Il Milano, riferiva, peraltro, di avere avuto modo di discutere con il Tarantolo di questa iniziativa e che costui aveva esplicitamente ammesso il suo interesse. Le dichiarazioni rese dal Milano Lorenzo trovavano, poi, un decisivo riscontro oggettivo dagli accertamenti svolti da personale della Divisione Polizia Anticrimine e del Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Trapani. Infatti veniva accertato che nella via Libica, all’altezza del passaggio a livello, vi erano alcune villette di recente costruzione e sulla recinzione adiacente la carreggiata vi era affisso un cartello riportante la dicitura ‘S.M.G. Costruzioni vende unifamiliare e bifamiliare’ e due contatti telefonici. Dai successivi controlli emergeva che l’utenza di telefonia fissa riportata sul predetto cartello, risultava essere intestata alla CO.GE.TA. s.r.l. (ndr, un’altra delle società di Tarantolo)”.
La Banca di Alberobello, dunque, ha messo a disposizione della sua consigliera di amministrazione, ma in realtà del suo compagno, la somma necessaria per entrare in società con alcuni personaggi legati alla mafia. Da lì parte l’indagine che oggi arriva al sequestro di beni per Ruggirello.
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